“Un pianeta senza plastica”. Il mondo insegue l’ultima utopia
Articolo Precedente
Articolo Successivo
La plastica è uno tsunami. Per erigere un muro davanti ai 460 milioni di tonnellate prodotte ogni anno, ieri sono partiti i negoziati patrocinati dall’Onu in Corea del Sud. I 178 Paesi invitati hanno tempo fino a domenica per porre un tetto alla mole di plastica fabbricata annualmente nel pianeta. Se non ci riusciranno, potranno almeno dettare regole più stringenti per il riciclo e il riutilizzo e contro i prodotti monouso. (la Repubblica)
Se ne è parlato anche su altri media
I rappresentanti di tutto il mondo sono riuniti per affrontare una questione sempre più pressante: l'inquinamento da plastica, un problema che rischia di aggravarsi al punto da raddoppiare entro il 2050. (QuiFinanza)
Mentre delegati da tutto il mondo si riuniscono in Corea del Sud per definire i termini di un trattato globale contro l'inquinamento da plastica, cresce la consapevolezza che questo problema non riguarda solo gli oceani e le città, ma anche gli ecosistemi di alta quota. (il Dolomiti)
Da una parte la cosiddetta High Ambition Coalition, composta da Unione Europea e molti Paesi asiatici e africani, che chiede regole per limitare la produzione di nuova plastica, standard globali con obiettivi, meccanismi di monitoraggio e applicazione della conformità. (RSI Radiotelevisione svizzera)
Esattamente come alla Cop29, conferenza delle parti sul clima appena conclusa a Baku e presidiata da migliaia di lobbisti dei combustibili fossili, anche in Corea del Sud il paradosso è lampante: mentre fino al 1° dicembre si negozierà per ottenere un Trattato globale sulla plastica, in modo da limitare l'inquinamento di questo materiale che potrebbe raddoppiare al 2050, nei corridoi del summit è pieno di lobbisti dell'industria della plastica. (la Repubblica)
Abbiamo da poco salutato, con più disappunto che fiducia, la ventinovesima conferenza sul clima, che ieri è iniziato un nuovo round di negoziati, sempre organizzati dalle Nazioni unite. Si cambia location, non siamo più a Baku, in Azerbaijan, ma a Busan, in Corea del Sud, e si cambia argomento, non più clima ma plastica. (Italia che Cambia)
“Dobbiamo porre fine all’inquinamento da plastica prima che l’inquinamento da plastica ponga fine a noi”: così Kim Wan Sup, Ministro dell’ambiente della Repubblica di Corea, ha arringato i delegati dei 175 Paesi e gli osservatori riuniti nel suo Paese, a Busan, per l’ultima sessione negoziale che dovrebbe condurre all’approvazione di quello “strumento internazionale giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica, anche nell’ambiente marino” indicato dalla risoluzione 5/14 dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEA) adottata il 2 marzo 2022. (EconomiaCircolare.com)