“Gli agenti di polizia pestavano tutti. Io preso a calci in faccia”. La repressione delle proteste pro Ue in Georgia
– David, questa la traduzione del suo nome dal georgiano, ha 28 anni e nella vita traduce dall’inglese, soprattutto favole per bambini. Lo scorso 5 dicembre, una settimana dopo che il governo di Tblisi ha deciso di congelare l’avvio dei negoziati per l’ingresso della Georgia nell’Unione Europea e nel Paese sono scoppiate nuovamente le proteste, la polizia lo ha buttato a terra a margine di una delle tante manifestazioni e picchiato in modo brutale, soprattutto in faccia. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Ne parlano anche altre testate
«Questa elezione è illegale, pura spazzatura. Mikheil Kavelashvili non può sostituire l’attuale presidente Salomé Zurabishvili, eletta democraticamente con un voto popolare». (Corriere della Sera)
Una perla, adattabile a molte circostanze, era quella della “profonda preoccupazione”. Quando i responsabili europei non sapevano bene che cosa fare ma volevano comunque far sentire la loro voce, il ricorso alla formula del deep concern appar… (L'HuffPost)
Libertà di espressione | La repressione delle proteste in corso in Georgia da mesi ha raggiunto, secondo una ricerca di Amnesty International, nuovi livelli di brutalità a partire dal 29 novembre: oltre 300 manifestanti sono stati feriti e gli arresti sono stati almeno 460. (Le persone e la dignità)
Non si è trattato però di un suffragio diretto ma del voto di un collegio elettorale composto da 300 membri. Infatti i rappresentanti dei partiti di opposizione, che considerano illegittimo l'attuale Parlamento, non hanno partecipato al voto. (Corriere della Sera)
Denunce di violenze, arresti arbitrari e torture. 'Non riconosco più il mio Paese', racconta a Fanpage.it il giornalista Lekso Keshelashvili, vittima dei pestaggi. (Fanpage.it)
Mikhail Kavelashvili è il nuovo presidente della Georgia. La sua elezione sta provocando polemiche politiche e manifestazioni di piazza, perché avvenuta non per suffragio diretto ma con il voto di un collegio elettorale composto da 300 membri a cui i partiti di opposizione non hanno potuto partecipare. (il Giornale)