Grillo e Conte, la frattura insanabile nel M5S

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Era improbabile che Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle, restasse in silenzio di fronte al licenziamento come comunicatore, una decisione che ha comportato la perdita di un compenso annuo di 300mila euro. Grillo, accusato dai sostenitori di Conte di sabotaggio e di non aiutare il movimento, ha reagito con un video diffuso dal suo blog personale, in cui ha espresso il suo disappunto per quella che ha definito la "evaporazione" del M5S, attribuendo la colpa a Giuseppe Conte.

La polemica tra Grillo e Conte non si limita alla questione economica. Conte, infatti, ha deciso di abolire uno dei capisaldi dell'identitarismo grillino: il divieto del terzo mandato per parlamentari e consiglieri. Questa decisione, che sarà probabilmente sancita nell'assemblea costituente di metà novembre a Roma, ha ulteriormente esacerbato i rapporti tra i due leader.

Grillo, con un "buco nello stomaco" annunciato da casa sua, ha accusato Conte di aver distrutto il movimento che lui stesso aveva creato. Nel video, Grillo ha affermato che il nome e il simbolo del M5S non appartengono a Conte, ma a lui, e ha criticato la trasformazione del movimento in un partito di sinistra progressista. Grillo ha sottolineato che, sebbene Conte utilizzi il nome e il simbolo del M5S, questi non gli appartengono, e ha ribadito che la decisione di un tribunale è dalla sua parte.

La reazione di Marco Travaglio, giornalista e direttore del Fatto Quotidiano, non si è fatta attendere. Durante il talk politico "Accordi&Disaccordi" su Nove, Travaglio ha dichiarato che la decisione sul futuro del M5S spetta alla base del movimento e non a Grillo dal suo salotto.