“La Ue soffrirà per i dazi Usa, il Sud Europa reagirà”

Dopo un 2024 positivo, secondo Paul Donovan, chief economist di Ubs Global Wealth Management, anche il 2025 inizia sotto una buona stella, nonostante l’incertezza geopolitica e l’arrivo di Donald Trump alla presidenza Usa. Cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo anno e la politica economica di Trump è un problema? “Per prima cosa i fondamentali dell’economia sono buoni, l’inflazione è diminuita, la spesa è aumentata i consumi restano forti e i tassi d’interesse sono scesi e scenderanno ancora. (la Repubblica)

Ne parlano anche altri giornali

Tra poco più di dieci giorni ci sarà l’inaugurazione della nuova presidenza Usa. La promessa, dietro al motto Make America Great Again, che ha spinto gli americani − sfiniti da aumento prezzi e emorragia di risorse, per sostenere guerre in mezzo mondo − a confidare nella Trumponomics e a scegliere Trump nelle urne, porta anche il risvolto geopolitico di contenere le ambizioni unipolari degli Usa che avevano caratterizzato le precedenti presidenze dem. (L'Opinione)

Con Trump arriva a conclusione un processo iniziato da tempo: una drastica ridefinizione dell’interesse nazionale americano. I più osservano che l’uomo è imprevedibile. (Corriere della Sera)

Molti tra i sostenitori di Trump affermano che si tratta solo di una tattica negoziale, per ottenere vantaggi, e che quindi una nuova guerra dei dazi non scoppierà. Trump ha indicato la sua volontà di aumentare i dazi contro la Cina soprattutto, ma anche contro altre aree, Europa inclusa. (Corriere del Ticino)

America First: Trump e la politica estera, tra sfide globali e alleanze ricalibrate

Il 20 gennaio Donald Trump si insedierà alla Casa Bianca. Dal punto di vista delle politiche economiche il trumpismo appare un coacervo di idee diverse, talvolta incompatibili. Anche nel corso del suo secondo mandato assisteremo alla competizione fra diversi gruppi di pressione e schieramenti ideologici. (sbilanciamoci.info)

A gennaio 2025 entrerà in carica Trump nel suo secondo mandato, suscitando aspettative e timori. Il dibattito in Europa si è soprattutto imperniato sulle prospettive dell’Ucraina in guerra: il neo-eletto chiuderà i rubinetti a Zelensky spingendolo forzosamente alla pace? Molto più ridotto è stato il dibattito sulle politiche economiche della nuova amministrazione. (il manifesto)

Questa posizione creò tensioni con governi europei, in particolare con la Germania di Angela Merkel, ma trovò anche consenso in alcuni settori, dove si riteneva giusto un maggiore equilibrio nei costi della sicurezza comune. (Gazzetta Sarda)