Le violenze nel carcere di Trapani, un agente: «Lo avvolgi in un lenzuolo e lo fracchi, tanto è nero e non si vede»
Toccano un collega? Bisogna «sminchiarli proprio». La gestione dei detenuti? «Sarebbe il caso di creare una squadretta di sei persone che appena succede qualcosa è a disposizione». Sono soltanto alcuni dei dialoghi finiti nell’inchiesta sugli agenti penitenziari del carcere Pietro Cerulli di Trapani. Una casa di reclusione – intitolata all’agente di custodia ucciso con modalità mafiose nel 1980 – che 40 anni dopo è stata trasformata in un circolo dell’inferno, in particolare per coloro i quali finivano in isolamento nel fatiscente reparto Blu e nelle cosiddette celle lisce, senza arredamenti e materassi. (MeridioNews - Edizione Sicilia)
Ne parlano anche altri giornali
'Il reato di tortura ha rotto il muro di omertà'. 'Quanto... (Virgilio)
Anche la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il giovane ucciso a Roma il 22 ottobre 2009 mentre era sottoposto a custodia cautelare (il 4 aprile 2022 la Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva due carabinieri) commenta l’inchiesta sul carcere di Trapani (Giornale di Sicilia)
Sono agli arresti domiciliari Filippo Guaiana, 40 anni di Trapani, Antonio Mazzara, 60 anni di Trapani, Filippo Bucaria, 54 anni di Paceco, Claudio Angileri, 58 anni di Marsala, Claudio Di Dia, 56 anni di Trapani, Andrea Motugno, 36 anni di Napoli, Francesco Pantaleo, 35 anni di Marsala, Salvatore Todaro, 44 di Erice, Stefano Candito, 55 anni di Erice, Roberto Passalacqua, 48 anni di Erice, Antonino Fazio, 29 anni di Erice. (Tp24)
È opportuno chiarire che chiunque non osservi un comportamento lecito e, anzi, abusi in qualsiasi forma del ruolo che riveste, ancor più se rappresentante della legalità e della sicurezza in nome dello Stato, non possa e non debba che essere condannato ed essere destinatario delle conseguenze che le Autorità Giudiziarie intenderanno disporre quali garanti di una corretta applicazione delle norme vigenti. (BlogSicilia.it)
Se così fosse il carcere "Pietro Cerulli" di Trapani sarebbe stato trasformato in una sorta di piccola succursale italiana del famigerato IK-3 di Kharp, il penitenziario russo di massima sicurezza dove era recluso Aleksei Navalny o come la prigione di Diyarbakir (Turchia), la più sadica al mondo. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Video diffuso dalla Polizia Penitenziaria (il Giornale)