Bertolaso e il “mercato” dei camici bianchi

La Svizzera nuovo Eldorado per i medici italiani che lasciano il sistema sanitario pubblico nazionale per andare in Cantone Ticino? Vero, ma non del tutto. Poiché la carenza di personale che sta mettendo a dura prova le azienda ospedaliere del nostro territorio non è solo dovuta ai “camici bianchi” transfrontalieri. O per lo meno non solo a questo migrazione. Il depauperamento degli ospedali italiani, infatti, è anche dovuto da medici, molto spesso primari, che arrivati all’età della pensione scelgono di interrompere la propria attività per poi però continuare ad esercitare la professione nell’ambito sanitario privato accreditato, ovvero in quella sfera della Sanità che Regione Lombardia sostiene economicamente con soldi pubblici. (malpensa24.it)

Su altre fonti

Il segretario regionale del sindacato, Roberto Gentile , lancia un allarme chiaro: senza interventi immediati, le ripercussioni saranno gravi e difficilmente reversibili. (Nurse Times)

Lasciano il pubblico per il privato, per le cooperative o la libera professione, per poter avere un miglior equilibrio tra vita privata e lavoro. Se ne vanno. (La Nuova Venezia)

Le risorse che erano state stanziate, circa 40 milioni di euro, sono terminate, lasciando le strutture sanitarie senza mezzi per affrontare le criticità operative. Senza interventi immediati, le ripercussioni saranno gravi e difficilmente reversibili. (Il Cittadino)

Specialisti di pronto soccorso, ortopedici, pediatri, psichiatri e anestesisti. I medici che sono risultati idonei, dopo aver partecipato ai bandi pubblicati da gennaio a oggi, sono 1.704. (La Repubblica)

Ad affermarlo è il segretario di Anaao Assomed Lombardia Stefano Magnone. “La politica regionale è ferma”. (varesenews.it)

Lombardia. Anaao: “Professionisti in fuga, siamo al collasso e la politica è ferma” (Quotidiano Sanità)