Schlein e Conte provano la spallata, "Impediamo un altro disastro Toti"

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
INTERNO

GENOVA. «Volta la carta e lui non c’è più». Con queste parole si conclude la campagna elettorale di Andrea Orlando, il presidente voluto dal campo progressista per guidare la Liguria, regione decapitata il 7 maggio dall’arresto dell’ex governatore Giovanni Toti. La chiusura della campagna elettorale avviene sulle note di Fabrizio De Andrè, al Politeama di Genova, un teatro dove le poltrone sono rosse e l’entusiasmo alle stelle, ma la sensazione di incertezza è palpabile.

Durante il confronto tra i candidati alla presidenza della Regione Liguria, il tema dell’occupazione e del mercato del lavoro è stato uno dei più sentiti dai cittadini elettori. I candidati condividono l’idea di contrastare il lavoro precario e rilanciare l’occupazione, ma le soluzioni prospettate sono molto diverse, in linea con la storia politica di ciascuno. Andrea Orlando, visibilmente emozionato, ha chiuso la campagna elettorale al Teatro Politeama davanti a più di 1200 persone, definendo la manifestazione come "una che non si vedeva da tempo in città".

Un altro tema caldo della campagna elettorale è stato quello della sanità e delle cure mediche. Negli ultimi anni, il dibattito si è acceso intorno al confronto tra sanità pubblica e privata, con il diritto dei cittadini a ricevere cure adeguate e senza dover attendere mesi per una visita che è rimasto sullo sfondo. I candidati hanno espresso opinioni divergenti su come migliorare il sistema sanitario regionale, ma tutti concordano sulla necessità di ridurre i tempi di attesa e garantire un accesso più equo alle cure.

La campagna elettorale si è chiusa con un appello alla mozione degli affetti da parte di Orlando, spezzino di origine, che ha ringraziato i suoi sostenitori con un caloroso "Ci avete voluto bene e io vi voglio bene".