Con Harris si schierano 200 repubblicani. Zuckerberg: «Pressioni da Biden sul Covid»

NEW YORK La campagna elettorale si fa più calda, con Donald Trump e Kamala Harris che si azzuffano su come regolare i microfoni durante il dibattito del 10 settembre, Trump che ipotizza di cancellare del tutto l’appuntamento perché non ha fiducia nell’imparzialità del canale che lo ospita, e il patron di Facebook Zuckerberg che contribuisce alla diffidenza generale rivelando che durante la pandemia del Covid la Casa Bianca di Biden aveva fatto pressioni su di lui perché «censurasse» interventi che erano giudicati pericolosi per la salute pubblica. (ilmessaggero.it)

Se ne è parlato anche su altri media

Non è la prima volta infatti che il fondatore di Facebook e Meta Mark Zuckerberg ammette che i suoi social si sono prestati a censurare utenti e contenuti su indicazione di agenzie governative Usa. E Atlantico è stato uno dei pochi a riportarlo puntualmente. (Nicola Porro)

La Casa Bianca non ha smentito questo anzi ha dichiarato di ‘averlo fatto per il bene della Nazione, erano azioni responsabili per proteggere la salute e la sicurezza pubblica’. (Radio Radio)

Queste pressioni si sarebbero intensificate soprattutto durante i momenti critici della pandemia, quando la preoccupazione per la disinformazione era ai massimi livelli. (Radio Radio)

Adesso che c'è la confessione ufficiale di Mark Zuckerberg, possiamo dirlo: esisteva ed esiste una sorta di internazionale social(ista). (il Giornale)

Lo ha ammesso il ceo di Meta in una lettera inviata al repubblicano Jim Jordan, a capo del Comitato giudiziario della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti. Mark Zuckerberg si è detto “rammaricato” per aver assecondato le richieste di censura della Casa Bianca sul Covid. (L'Opinione delle Libertà)

L'uscita a sorpresa di Mark Zuckerberg, Ceo di Meta e creatore di Facebook, sul fatto che le sue piattaforme social hanno censurato contenuti sensibili e potenzialmente fuorvianti sul Covid-19 su richiesta dell'amministrazione di Joe Biden e della vice e candidata democratica alle presidenziali di novembre Kamala Harris, ha fatto discutere negli Usa e non solo. (Inside Over)