Morti 4 neonati e 5 giornalisti. Idf senza regole

Israele ha allentato l’applicazione delle proprie regole di ingaggio per poter bombardare a tappeto i membri di Hamas finora sopravvissuti a 14 mesi di guerra. Il risultato è però esattamente l’opposto: a morire in massa sono i civili e i giornalisti. Ancora una volta le Forze di Difesa Israeliane hanno preso di mira chi continua … (Il Fatto Quotidiano)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Un vero e proprio grido di allarme, quello lanciato dai medici del ‘Santa Scolastica’ e rivolto soprattutto ai familiari: “È importante che i genitori prendano coscienza della gravità di dover arrivare in ospedale a riprendere i propri figli oppure attendere la diagnosi che a volte non si riduce a una semplice lavanda gastrica. (Frosinone News)

È successo nella notte tra mercoledì e ieri, accanto all’Al-Ahli Hospital nel campo profughi di Nuseirat. (il manifesto)

Reuters Attacco aereo israeliano su un edificio di fronte alla sede centrale dell'ospedale Kamal Adwan, nel nord della Striscia di Gaza: le vittime sarebbero una cinquantina, tra cui tre membri del personale medico e operatori, secondo quanto scrive l'agenzia turca Anadolu. (La Stampa)

Houthi: “Missile ipersonico su aeroporto Tel Aviv”. Raid Idf vicino vicino ospedale Gaza: “50 morti, cinque sono sanitari”

L'Idf ha annunciato l'operazione affermando di avere avuto informazioni dall'intelligence sulla presenza di «infrastrutture terroristiche e di agenti che svolgevano attività terroristiche nell'area dell'ospedale Kamal Adwan di Jabaliya», ritenuto «una roccaforte terroristica di Hamas». (La Stampa)

«Le prime notizie indicano come alcune parti chiave dell’ospedale siano state gravemente incendiate e distrutte durante il raid: 60 membri del personale e 25 pazienti sono in condizioni critiche», ha spiegato l’Oms. (L'Osservatore Romano)

Lo affermano fonti della protezione civile della Striscia, secondo cui le squadre di emergenza hanno estratto i corpi senza vita di 13 persone da quello che resta della casa di una famiglia Hatteh che forniva rifugio agli sfollati. (QUOTIDIANO NAZIONALE)