Georgia, nuova notte di violenti scontri tra manifestanti e polizia: 26 feriti

Continuano i violenti scontri in Georgia tra manifestanti europeisti e polizia: il bilancio di ieri è di almeno 26 feriti, come rende noto il ministero della Sanità georgiano precisando che "26 persone sono state trasferite in ospedale, tra cui 23 manifestanti e tre rappresentanti del ministero degli Interni", ovvero poliziotti. Migliaia di manifestanti a favore dell'adesione della Georgia all'Unione Europea si erano radunati per il quinto giorno consecutivo davanti al Parlamento. (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri media

Migliaia di manifestanti sono tornati a protestare in varie città della Georgia contro la decisione del governo di sospendere per quattro anni i colloqui di adesione all’Unione europea. (LifeGate)

Respinto il ricorso contro il risultato delle elezioni del 26 ottobre scorso, con la vittoria del partito di governo Sogno Georgiano, che era stato presentato dalla presidente della Repubblica Salome Zuraishvili e 30 politici dell'opposizione. (Sky Tg24 )

La Corte Costituzionale della Georgia ha respinto il ricorso contro il risultato delle elezioni del 26 ottobre scorso, che avevano segnato una vittoria del partito di governo Sogno Georgiano con il 56% dei suffragi. (Il Fatto Quotidiano)

Salomé Zourabichvili: “La mia Georgia sotto attacco russo Resto per difendere la democrazia”

Tbilisi fa scintille: sono quelle dei petardi dei manifestanti, fuochi d’artificio esplosi contro gli scudi della polizia schierata che tenta di arginarli, ma non ci riesce. In piazza gli studenti, in piazza i professori. (Il Fatto Quotidiano)

Quinto giorno consecutivo di tensioni a Tbilisi, dove migliaia di cittadini sono scesi in piazza per protestare contro la decisione del premier Irakli Khobadidze di sospendere i negoziati di adesione all'Unione Europea fino a tutto il 2028. (Sky Tg24 )

Centinaia di migliaia di georgiani sono scesi in piazza per la quinta notte consecutiva contro il congelamento dei colloqui di adesione all’Ue deciso dal governo filorusso, reduce da una vittoria elettorale su cui gravano prove di irregolarità, intimidazioni diffuse e solidi indizi di brogli su vasta scala. (La Stampa)