Sul Futurismo una mostra poco futurista
Il modello in scala reale dell’idrovolante Macchi-Castoldi M.C.72 - Reuters/Remo Casilli È complicato visitare la mostra sul Futurismo che oggi apre al pubblico a Roma cercando di concentrarsi soltanto su quanto si vede, sul progetto espositivo, sulle opere e lasciando sugli scalini della Galleria nazionale di arte moderna tutto quanto l’ha preceduta. Arduo lasciare da parte la vicenda politica e mediatica (e ben poco culturale) che ha accompagnato fin dall’inizio “Il tempo del Futurismo” (un tempo brevissimo almeno dal punto di vista espositivo: chiuderà il 28 febbraio, una finestra davvero esigua per un progetto nato e dichiarato ambizioso, in un momento tra l’altro in cui le mostre hanno lunghe teniture – ma, come qualcuno forse ricorderà, lo mostra doveva aprire a ottobre) e che non serve qui riassumere. (Avvenire)
Ne parlano anche altri giornali
In occasione della mostra, dal 5 dicembre, riapre anche la straordinaria casa futurista di Giacomo Balla (Arte Magazine)
Centinaia i giornalisti e i critici che in mattinata sono accorsi nelle sale del museo diretto da Renata Cristina Mazzantini, curiosi di vedere quanto si era progettato, con annunci di grande magnificenza, sotto la regia dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano e quanto è stato licenziato sotto l’attuale responsabile del Dicastero, Alessandro Giuli (che durante la conferenza stampa non ha accettato domande, andandosene al termine del suo intervento conclusivo). (Il giornale dell'Arte)
«Vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerarietà. Il coraggio, l’audacia, la ribellione saranno elementi essenziali della nostra poesia». (ExibArt)
(Alexander Jakhnagiev) (il Giornale)
Apre “il tempo del Futurismo”: 350 opere in 26 sale alla Gnam di Roma Fino al 25 febbraio l'imponente omaggio al movimento culturale 'made in Italy' dell'inizio del XX Secolo. Dopo le polemiche, il curatore Simongini mette in guardia: "Nessuna etichetta politica, è orgoglio di tutti gli italiani" (Dire)
Filippo Tommaso Marinetti moriva il 2 dicembre del 1944 e, ottant’anni dopo, inaugura alla Gnamc (la Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea ha recentemente acquistato la «c») la mostra su Il tempo del Futurismo (visitabile fino al 28 febbraio 2025), preceduta da una selva di polemiche che ha coinvolto più studiosi della materia e da una crisi al Mic che ha visto un cambio di poltrona in corsa di chi su quella rassegna aveva fortemente puntato (Sangiuliano). (il manifesto)