Smart working, a che punto siamo?
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Smart working, a che punto siamo? Acque ancora una volta agitate in materia di lavoro agile (o smart working), di cui, carsicamente, si torna a dibattere: dopo un periodo di sostanziale letargo, il lavoro da remoto ha nuovamente fatto capolino sui giornali italiani e nel discorso pubblico, polarizzando, come al solito, le posizioni. E rendendo evidente come, dopo l’esperienza emergenziale dettata dalla pandemia di solo pochissimi anni fa, si faccia ancora fatica a mandare a memoria la lezione fondamentale: utilizzare la lente ideologica quando si parla di lavoro a distanza è una sonora perdita di tempo. (Start Magazine)
Ne parlano anche altre testate
Nella nuova indagine realizzata per Pulsee Luce & Gas, dalla società NielsenIQ, un intervistato su tre lavora in modalità smart-working o ibrida: tra i lati positivi c'è l'ottimizzazione del tempo e il bilanciamento della vita privata e lavorativa, oltre al fatto che si usa meno la macchina per gli spostamenti e c'è più tempo per fare lavori domestici. (Sky Tg24 )
La sua crescita però non è uniforme e non tutti sono ancora sicuri della sua “efficacia”: in Italia, per esempio, si registra una differenza tra ciò che succede nelle pmi e nelle grandi imprese. (Business People)
Quelli dello smart working, elaborati dall’Osservatorio del Politecnico di Milano ci dicono che lo smart working si sta evolvendo a diverse velocità, a seconda della dimensione di impresa. Tra le tante angolature con cui si affrontano le questioni una è quella che parte dai numeri. (Il Sole 24 ORE)
Infatti, come reagirebbero i dipendenti se altre imprese dovessero eliminare definitivamente il lavoro da remoto o ridurlo sensibilmente? Secondo l’analisi della società di recruiting HAYS Italia, con il contributo dello Studio legale Daverio&Florio, condotta su professionisti che attualmente beneficiano del lavoro agile, solo per il 14% di loro non sarebbe un problema, mentre tre quarti inizierebbero a cercare una nuova occupazione (68%, con le donne al 72%) o lascerebbero immediatamente il proprio lavoro anche senza avere un’alternativa (7%). (LA STAMPA Finanza)
– Le aziende sono sempre più impegnate ad accrescere il benessere dei lavoratori. Secondo un’analisi condotta da Pulsee Luce e Gas Index, osservatorio di Pulsee Luce & Gas, con la società di ricerche NielsenIQ, la settimana corta viene percepita come una forma di supporto nella cura dei figli, degli anziani che necessitano assistenza e della casa. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Lo rende noto la ricerca dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano presentata durante il convegno “Tra Smart Working e Return-to-Office: orientarsi nel labirinto della flessibilità”. Esploso con la pandemia, lo Smart working in Italia è tutt’altro che in declino e nel 2024, il numero di lavoratori da remoto è sostanzialmente stabile toccando i 3,55 milioni contro i 3,58 milioni del 2023 (-0,8%). (Finanza.com)