Torna l’ipotesi Tim-Iliad: due fattori che favoriscono l’operazione dopo l’ingresso di Poste e due nodi da sciogliere

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Milano Finanza ECONOMIA

Il matrimonio tra Tim e Iliad torna a essere un’ipotesi di attualità. Ad aprire esplicitamente ieri è stato Pietro Labriola, amministratore delegato del gruppo italiano. Sul consolidamento delle tlc «abbiamo avviato il primo pezzo, quindi c'è ancora da fare», ha detto. «In Europa tutti quanti stanno dibattendo riguardo alla possibilità del consolidamento» e anche in Francia «si parla di scendere da quattro a tre operatori, quindi auspico che a livello europeo il consolidamento acceleri». (Milano Finanza)

Ne parlano anche altri media

Per capire meglio, almeno in parte, che cosa significhi l’ingresso di Poste Italiane in Tim come azionista principale è utile rammentare il passato. All’avanguardia nel mondo per capacità tecnologica, inventiva commerciale… (La Stampa)

Fra il 2010 e il 2023 il fatturato dell’industria delle telecomunicazioni nazionale è sceso del 35%, da 41,9 a 27,2 miliardi, con un crollo della telefonia mobile (-47%) a causa della guerra dei prezzi fra gli operatori. (Corriere della Sera)

L'operazione La scalata di Poste, per il 65% dello Stato, era già iniziata a febbraio con l'ingresso nel capitale di Tim. (Today.it)

Milano – Dopo 28 anni la ex Telecom Italia torna a essere controllata dallo Stato. Un percorso lunghissimo iniziato nel 1997 con una vendita che era sembrata fin da subito particolare. (la Repubblica)

Si conclude un percorso di 8 anni di rilancio dei pacchi, telefonia, pagamenti, contratti e gas permettendo agli italiani di aver più servizi e facendo anche guadagnare i nostri azionisti, che partivano da un valore dell'azienda di 8 miliardi e sono arrivati a 27 miliardi». (ilgazzettino.it)

Con questa operazione, Poste Italiane è diventato il primo azionista di TIM, in un contesto in cui la soglia del 25% rappresenta il limite oltre il quale scatterebbe l’obbligo di Opa (cioè offerta pubblica d'acquisto). (DDay.it)