Spiate le alte cariche dello Stato. Dda Milano: pericolo per la democrazia
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Spiate le alte cariche dello Stato. Dda Milano: pericolo per la democrazia Il caso di dossieraggio e di acquisizione illecita di dati sensibili. Un pericolo per la democrazia dice la Dda di Milano. Servizio di Alessio Orlandi Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)
La notizia riportata su altri giornali
C’è anche un ferrarese tra i nomi finiti al centro dell’inchiesta della Procura di Milano sulla presunta rete di hacker che avrebbero sfruttato contatti con pubblici ufficiali ‘infedeli‘ per ottenere informazioni dalle più svariate fonti, dal Ministero dell’Interno all’Agenzia dell’Entrate passando per l’Inps, con l’obiettivo di ‘spiare’ personaggi eccellenti – e non – nel mondo della politica, dell’imprenditoria e dello spettacolo tramite l’estrapolazione e l’archiviazione di file tra il 2014 e il 2019 in tutta Italia. (Estense.com)
«Un pericolo per la democrazia di questo Paese», ha descritto così l'ennesimo scandalo dossieraggio, esploso a Milano, il pm della città menghina Francesco De Tommasi nella richiesta di custodia cautelare per i vertici di Equalize, la società di investigazione ora sotto sequestro. (ilmessaggero.it)
Leggi tutta la notizia (Virgilio)
In particolare risultano accessi e tentativi di esfiltrare informazioni nei confronti dell'uomo d'affari kazaco Alexandrovich Toporov, attivo in Italia nel campo turistico, titolare di hotel di lusso fra Cortina d'Ampezzo e il litorale di Jesolo e, dell'oligarca Victor Kharitonin, magnate nel campo farmaceutico, amico e socio di Roman Abramovich e già inserito dalla rivista Forbes tra gli uomini più ricchi al mondo. (La Stampa)
Il 31 ottobre il gip di Milano ascolterà l'ex super poliziotto Carmine Gallo - in qualità di ad della Equalize -, i tecnici della sua squadra Nunzio Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli, oltre a un ex poliziotto e un finanziere sospesi dal servizio. (Sky Tg24 )
Quindi la massima...perché vi dobbiamo uccidere», raccomandava Gallo ai suoi hacker. Certo, erano tanti i segreti da proteggere. (La Repubblica)