“Centro per il rimpatrio come svuota carcere”. A Bari i costi salgono a 4,3 milioni di euro
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Funziona in parte come “svuota-carcere” il Cpr di Bari, il Centro di permanenza per i rimpatri in zona Palese, che succhia risorse pubbliche a man bassa (4,3 milioni di euro nell’ultimo biennio a fronte dei 4,1 milioni nel precedente quadriennio) a causa dell’aumento spropositato dei costi per le manutenzioni straordinarie. Ognuno dei 90 posti per i migran… (La Repubblica)
Su altri giornali
È il paradosso contenuto nel dossier “Trattenuti. Il Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Torino è rimasto aperto soltanto tre mesi nel 2023, ma è comunque stato il più costoso d’Italia. (La Stampa)
Il governo Meloni prosegue nell’attuazione del “modello Albania”, una politica mirata a velocizzare i rimpatri dei migranti con esame rapido delle richieste di asilo. ActionAid sostiene che i Cpr tendano a criminalizzare i migranti, minando i diritti d’asilo e l’efficacia del sistema d’accoglienza. (Associated Medias)
Numeri che raccontano un sistema che appare fuori controllo e spesso gestito da società implicate in inchieste giudiziarie, ma che neanche davanti a questo si fermano e partecipano comunque alle gare. (L'Edicola del Sud)
È questa la principale direttrice di cambiamento del sistema italiano di detenzione amministrativa, quello riservato a chi non ha commesso reati. Sistema che doveva restare un’eccezione e invece guadagna spazio, estendendosi a nuove categorie di persone e differenziandosi al suo interno. (il manifesto)
Queste cifre sono state elaborate da ActionAid e dal dipartimento di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Bari in base ai dati ufficiali ottenuti (non senza fatica) da ministero dell’Interno, questure e prefetture all’interno del report “Trattenuti 2024. (Avvenire)
«Luoghi che violano i diritti umani e sono un disastro per le finanze pubbliche». E mentre si scatena la polemica politica e di opinione attorno ai Centri di trattenimento realizzati dall’esecutivo Meloni in Albania e l’attività dei quali è stata sostanzialmente bloccata dall’intervento della magistratura, aprendo anche un fronte di scontro tra le toghe e la maggioranza di governo, il rapporto sottolinea come le strutture attive in Italia siano «il reale modello di disumanità e gestione incontrollata per le nuove aperture». (quotidianodipuglia.it)