Lo scontro al Senato tra Lega e Fi inguaia le Asp calabresi e frena Occhiuto: stop alla norma salva-manager sui vecchi bilanci

È sempre più incrinato il rapporto fra Lega e Forza Italia. Ieri sono andati in scena dispetti e veti reciproci che hanno visto al centro anche la Calabria. La mattina la maggioranza si è spaccata sul taglio del canone Rai con Forza Italia che ha votato insieme alle opposizioni contro l’emendamento della Lega che chiedeva di prorogare, anche nel 2025, la riduzione del contributo per la tv pubblica, da 90 a 70 euro la Lega si è vendicata nel pomeriggio, nella stessa commissione, quando ha affossato l’emendamento presentato dei forzisti Adriano Paroli e Claudio Lotito relativo ai bilanci della sanità in Calabria. (LaC news24)

La notizia riportata su altre testate

L’anno scorso il capo leghista c’è riuscito, portandolo da 90 a 70 euro, quest’anno no. Sta di fatto che ieri Forza Italia ha votato insieme all’opposizione per bocciare una delle proposte-bandiera cui Salvini è più legato: la riduzione del canone. (L'Eco di Bergamo)

Anzi, si sente sollevato e tradisce pure un moto di soddisfazione. (il Giornale)

‘Le schermaglie’ sono iniziate all’indomani del vertice di domenica sera tra i leader di centrodestra, con i ministri di Forza Italia che hanno disertato il consiglio dei ministri di lunedì ed è proseguito ieri, quando Forza Italia ha votato con l’opposizione contro il taglio di 20 euro del canone RAI (Il Fatto Quotidiano)

"La Lega si dia una calmata". Il messaggio di FI: cosa è successo

Da settiimane i partiti di Antonio Tajani e Salvini litigano su tutto: dal canone Rai, fino al dl Giustizia. Matteo Salvini ?”Fa un po’ il paraculetto“. (Il Fatto Quotidiano)

La slavina è partita. Non si ferma lo scontro in maggioranza partito ieri sul decreto fiscale, con Forza Italia e Lega una contro l’altra sul taglio del canone Rai. Mentre FdI prova a smorzare i toni. (la Repubblica)

Il deputato azzurro e portavoce nazionale di Fi, Raffaele Nevi, ritiene che non serva alcuna verifica di governo, ma si deve "tornare a rispettare il programma sottoscritto con gli elettori e fare le cose condivise" (il Giornale)