Arrestare Netanyahu. Perché gli Usa non resterebbero a guardare (di A. Molle)

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
L'HuffPost INTERNO

L’American service members protection act (Aspa), promulgato nel 2002, è considerato come una delle colonne portanti del diritto statunitense volto a proteggere il personale militare americano e alcuni altri funzionari dalle decisioni della Corte penale internazionale (Cpi). Esso incarna lo scetticismo di lunga data degli Stati Uniti nei confronti della Cpi e di simili organismi giudiziari internazionali, in particolare rispetto alla loro pretesa di esercitare la propria giurisdizione sui cittadini americani senza il consenso esplicito del Congresso degli Stati Uniti. (L'HuffPost)

Se ne è parlato anche su altre testate

Fiuggi, 25 nov. - A conclusione del G7 di Fiuggi, il ministro degli Esteri Tajani ha annunciato che è stata raggiunta una posizione unitaria sul mandato contro il premier israeliano Netanyahu della Corte penale internazionale (Il Sole 24 ORE)

D’altro canto, Netanyahu sta producendo ormai da troppo tempo un vero e proprio massacro genocidario contro il popolo di Gaza e giustifica questo orrore con i logori argomenti del diritto di Israele di difendersi e della lotta israeliana contro il terrorismo. (Radio Radio)

Arrestare o no il Premier israeliano Netanyahu, dopo la decisione della Corte Penale Internazionale? E il tema al centro della puntata de “Il rosso e il nero”, in onda mercoledì 27 novembre su Rai Radio1 in diretta alle 11.30. (Rai Storia)

Fiuggi, 26 nov. La materia è spinosa e vanno studiate le carte. (Agenzia askanews)

Il ministro degli Esteri: "La decisione della Corte penale internazionale è difficilmente applicabile" G7, Tajani sul mandato di arresto per Netanyahu: “Dobbiamo capire le regole” (Dire)

Da un lato, ci sono le delegazioni del G7, riunite a Fiuggi, che si arrovellano fino all’ultimo minuto per trovare una frase da inserire nel comunicato finale sulla questione del mandato d’arresto spiccato dalla Corte penale internazionale nei confronti del premier Benjamin Netanyahu, pur sapendo di pensarla in modi molto diversi. (L'HuffPost)