Guadagnino, la ricerca della gioia
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(Cinematografo.it/Adnkronos) – "La gioia è stata il punto di partenza che mi ha spinto a fare questo film. Ho letto il libro a 17 anni e da ragazzo sognavo di cambiare il mondo attraverso il cinema. Questo romanzo mi ha dato qualcosa di importante: la profonda connessione tra i personaggi, la loro descrizione priva di giudizi, il romanticismo. Tutto questo mi ha trasformato per sempre. Con questo film voglio essere fedele a quel giovane che ero". (cinematografo.it)
Se ne è parlato anche su altri media
Burroughs. Girato a Cinecittà, il film in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 si avvale di alcuni collaboratori abituali di Luca: lo sceneggiatore Justin Kuritzkes (Challengers), i musicisti Trent Reznor e Atticus Ross (Bones and All e Challengers), lo stilista Jonathan Anderson. (Io Donna)
«Ho letto il libro a 17 anni, da ragazzo volevo cambiare il mondo attraverso il cinema», spiega Luca Guadagnino alla conferenza stampa del film. «Era pubblicato all'epoca con il titolo “Diverso”, e mi ha dato qualcosa di importante. (Vanity Fair Italia)
Il cinema di Luca Guadagnino è ormai maturo da molti anni. È il regista e autore italiano al momento più importante, non per giudizio necessariamente di qualità, ma fosse solo per il fatto di operare con agilità sul panorama internazionale. (My Red Carpet)
A cambiargli la vita l’incontro con Eugene Allerton (Drew Starkey), un giovane studente che è appena giunto in città. Trascorre le sue giornate da solo, poche relazioni con gli altri membri della piccola comunità americana. (la Repubblica)
Burroughs, si svela oggi al pubblico della Mostra del cinema di Venezia il nuovo film di Luca Guadagnino, Queer, con l'ex James Bond Daniel Craig nei panni di uno scrittore expat americano nella Città del Messico sordida degli anni '50, dipendente da sesso e oppiacei, che perde la testa per il giovane Eugene Allerton (Drew Starkey), un incontro che diventa attrazione fatale. (L'HuffPost)
“Il nome di Burroughs, come quello di Bertolucci, mi provocava uno choc estetico”. Il regista di 'Chiamami col tuo nome' torna con una grande storia d’amore, stavolta ambientata nel Messico anni Cinquanta, in parte splendidamente ricreato a Cinecittà. (la Repubblica)