Naufragio Cutro, tra le vittime la giocatrice pachistana di hockey Shahida Raza: "Partita per fare curare il figlio di tre anni"

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Il Dispaccio INTERNO

Aveva affrontato il viaggio in barcone dalla Turchia nella speranza di raggiungere l’Italia e qui far arrivare il figlio di tre anni bisognoso di cure mediche. Lo ha raccontato alla Bbc la sorella di Shahida Raza, la 27enne giocatrice pachistana di hockey e calcio morta nel naufragio di Cutro. Saadia Raza, che vive a Quetta, la città del sudovest del Pakistan da dove era partita anche Shahida, ha detto di aver ricevuto dalla sorella una telefonata quando ormai il viaggio stava per concludersi. (Il Dispaccio)

Ne parlano anche altre testate

Aveva 27 anni ed era un giovane talento del calcio, oltre che capitana della squadra nazionale pachistana di hockey su prato: si chiamava Shahida Raza, ed è una delle 67 vittime del naufragio di Crotone. (alfemminile.com)

La giovane calciatrice e capitano della nazionale femminile pakistana di hockey su prato era di etnia hazara , perseguitata dall'Isis. Una vera strage che si consuma nel silenzio assordante di un genocidio ignorato dal mondo. (Tuttosport)

C'è anche lei tra le vittime del naufragio di Crotone, in Calabria. Di minoranza Hazara - da sempre perseguitata - aveva deciso di lasciare il Paese per l'Europa, la famiglia ha raccontato che nella sua decisione ha contato il recente divorzio dal marito. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ed ora per il piccolo, sopravvissuto alla traversata, è partita una gara disolidarietà. Saadia Raza, che vive a Quetta, la città del sudovest del Pakistan da dove era partita anche Shahida, ha detto di aver ricevuto dalla sorella una telefonata quando ormai il viaggio stava per concludersi. (La Stampa)

N ella strage di migranti di fronte alle coste calabresi è morta anche Shaida Raza: 27 anni, era calciatrice e giocatrice di hockey su prato (Donna Moderna)

Rintracciata dalla Bbc, parla la sorella della morta davanti alla spiaggia: «Mia sorella è partita perché voleva trovare le terapie migliori per curare suo figlio piccolo, disabile dopo essere stato colpito da un ictus quando aveva 40 giorni». (Corriere della Sera)