Polizze obbligatorie per le aziende: "Il risarcimento immediato del 30% essenziale per non chiudere"
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Di Luca Ravaglia Il tema si sta spostando sempre più – e non da ora – dal campo politico a quello dei dati di fatto: in caso di devastanti calamità naturali, diventa (e diventerà) sempre più difficile aspettarsi pieni e rapidi risarcimenti da parte dello Stato a famiglie e imprese colpite. In questo ambito si colloca il decreto interministeriale che dal primo gennaio 2025, obbligherà tutte le imprese italiane a sottoscrivere una polizza assicurativa specificatamente dedicata alle calamità naturali. (il Resto del Carlino)
Se ne è parlato anche su altri media
In questi giorni il Governo sta lavorando al decreto attuativo relativo all’obbligo di assicurazione proprio contro questi eventi, ma sempre secondo la stessa indagine sono pochissime le aziende a conoscenza della norma; appena 2 su 10. (Italia Oggi)
Nonostante i miliardi di danni e gli eventi catastrofici sempre più frequenti (basta pensare alla Romagna) sembra che la consapevolezza dell’importanza di un’assicurazione contro i rischi naturali sia ancora limitata tra gli imprenditori italiani. (Panorama)
E la domanda che segue, immancabile come un ritornello, è sempre la stessa: chi paga i danni? Il governo, con un colpo di realismo che merita riconoscimento, ha deciso che le imprese devono correre ai ripari stipulando entro il 31 dicembre 2024 polizze assicurative obbligatorie contro i disastri naturali. (L'Eco di Bergamo)
Che si arrabbiano, almeno a sentire il presidente nazionale di Confindustria, Emanuele Orsini: «Potrebbe accadere che nei territori dove ci sono problemi gli industriali non investano più. Bombe d’acqua dal cielo, scintille nella politica. (Corriere della Sera)
Un altro criterio fondamentale per la formazione del premio, e in subordine per l’ammissibilità della proposta assicurativa, è la mitigazione del rischio. (Liberi oltre le illusioni)
C’è un altro obbligo di assicurazione contro le calamità naturali che pende, non sulle imprese, ma sui cittadini . A introdurlo, anche in questo caso, a poche settimane di distanza dall’altro, è stato il Governo Meloni con il decreto n. (Il Sole 24 ORE)