La manovra in aula al Senato. Liris (FdI) si dimette da relatore: “Basta singola lettura”

Appena mezz’ora di discussione, poi i lavori si fermano: la manovra va in aula al Senato senza il mandato al relatore. Succede tutto in commissione Bilancio, dove l’esame della terza Finanziaria del governo Meloni si riduce a una formalità. Il tempo stringe per l’esecutivo: bisogna correre per incassare il via libera definitivo dell’emiciclo sabato, a due giorni dall’esercizio provvisorio.… (la Repubblica)

La notizia riportata su altri media

Dopo la pausa per le festività natalizie riprende in Senato l’iter del testo della Manovra . (Sky Tg24 )

– La Commissione bilancio del Senato ha concluso l’esame della manovra senza aver votato gli oltre 800 emendamenti e 60 ordini del giorno depositati. Il testo va quindi in Aula questo pomeriggio alle 14 senza mandato al relatore. (Agenzia askanews)

Sui contenuti della manovra finanziaria disegnata dal Governo Meloni, la terza di questo esecutivo, i numeri parlano più chiaramente del profluvio di dichiarazioni roboanti, pro o contro che siano. Sui 28,4 miliardi di euro «mobilitati» dalla legge, più del 60% cioè 17,6 miliardi di euro sono impegnati per finanziare la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale e la riduzione a tre aliquote Irpef per i redditi medio-bassi. (L'Eco di Bergamo)

Il commento/ I limiti di una Manovra di transizione

Avviato l'iter della Manovra al Senato, con le opposizioni che protestano furiose parlando di un ramo del Parlamento "umiliato". Venerdì mattina la commissione potrebbe anche chiudere i lavori senza affidare il mandato al relatore, lasciando direttamente alla maggioranza in Aula la possibilità di porre la questione di fiducia, per far decadere il migliaio circa di emendamenti arrivati dalle opposizioni. (LA NOTIZIA)

Al via l'iter della manovra al Senato, dove il testo è oggi all'esame della commissione Bilancio per poi approdare in Aula il 27 e ottenere il via libera - molto probabilmente con la fiducia - il 28 dicembre. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Il “dominio” delle regole del nuovo Patto di stabilità e gli impegni della procedura europea per deficit eccessivo da assolvere entro il 2026, portando il disavanzo sotto il 3 per cento del Pil, non potevano non riflettersi sulla legge di bilancio: elogiata dalla maggioranza - che mette in evidenza i punti " pregiati" della Manovra, a cominciare dalle misure per il cosiddetto cuneo fiscale - ma criticata dall'opposizione, con riferimento innanzitutto alla "vexata quaestio" della Sanità, secondo uno schema non nuovo, ma fondamentale per la dialettica democratica. (ilmessaggero.it)