“Non si permetta, sono arrabbiato”. L’imbarazzante Conte rinnega Salvini e s’infuria
Archiviato il processo con l’assoluzione di Matteo Salvini, il caso Open Arms ha acceso il duello tra il vicepremier e il suo “ex premier” Giuseppe Conte. Soddisfatto per la sentenza del tribunale di Palermo, il segretario federale della Lega non ha lesinato stoccate al leader del Movimento 5 Stelle, alias “lo smemorato”: “Di lui mi interessa poco. Non sono abituato a fuggire dalle mie responsabilità a differenza di altri e quando faccio una cosa ci metto la faccia, non sono abituato a cercare capri espiatori o colpevoli”. (Nicola Porro)
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«Ne parlerò con Giorgia (Meloni, ndr) ma siamo contenti del ministro che c'è», dice. A Matteo Salvini piacerebbe tornare al Viminale e il saluto ai milanesi - con panettone e bollicine per gli auguri di Natale - è l'occasione giusta per ribadirlo, ma questa volta in maniera meno vaga di quanto gia fatto nelle prime ore dopo la sentenza di Palermo (La Stampa)
Prima di arrivare davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Palermo, Matteo Salvini ha dovuto affrontare il “processo” della sua Camera di appartenenza. Il Senato. Seda Palazzo Madama non fosse arrivata la luce verde per i pm - che avevano chiesto l’autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti dell’ex ministro dell’Interno nell’aula bunker della casa circondariale “Pagliarelli” non si sarebbe celebrato alcun dibattimento (da cui pure Salvini è stato assolto). (Liberoquotidiano.it)
«Agli Interni c'è un amico come Matteo Piantedosi, ma se qualcuno in passato poteva sostenere che io non potessi andare al Viminale perché c'era un processo in corso ora non ci sono più alibi. (Corriere TV)
Sei anni fa, nell’unico Natale del governo gialloverde, stavano brindando assieme, l’uno da presidente del Consiglio, l’altro da suo vice e ministro dell’Interno. (Corriere Roma)
Perché il fatto non sussiste, dice la formula di rito dietro cui, in questo caso, rimangono due possibilità: nel mancato sbarco dei 147 della Open Arms, i giudici non hanno ravvisato né il sequestro di persona né il rifiuto d’att… (L'HuffPost)
È quanto propone in un’intervista il ministro di Giustizia, Carlo Nordio. – “Bisognerà pur pensare a risarcire le persone che finiscono nella graticola giudiziaria per anni, perdendo la salute, i risparmi, e magari il posto di lavoro, perché qualche pm non ha riflettuto sulle conseguenze della sua iniziativa avventata”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)