I giganti in ginocchio da Trump

Tutti in pellegrinaggio a Mar-a-Lago. Re magi che portano doni per l’inaugurazione della presidenza Trump. Addirittura Mark Zuckerberg che abolisce il fact-checking nelle sue reti sociali: si uniforma esplicitamente alle regole della X dell’avversario Elon Musk.I big della tecnologia in ginocchio. Per decenni hanno considerato la politica irrilevante: si sentivano liberi di ignorarla. Poi, quando Microsoft ebbe i primi guai con l’Antitrust, Bill Gates passò dal disprezzo alla diplomazia. (Corriere della Sera)

Su altre testate

In questo momento si assiste a una saldatura tra il potere politico e quello tecno-finanziario. (Il Sole 24 Ore premium)

È la cifra che Bezos, Zuckerberg, e il ceo di OpenAi Altman, e molti altri, hanno sborsato per finanziare la cerimonia di insediamento del 20 gennaio (che sarà preceduta da una prestigiosa cena con Melania e Donald il 19). (Orticalab)

Perché? Ovvio: l’intreccio tra il capitalismo e le oligarchie tecnologiche conferma che le democrazie non funzionano più, hanno bisogno di rivedere missioni e valori di fronte all’arrembaggio dei super ricchi del big tech. (Il Fatto Quotidiano)

Mark Zuckerberg e gli altri: tutti i perché dei salamelecchi Tech a Donald Trump

Penosa genuflessione dei big della Silicon Valley per conquistare la benevolenza del presidente Trump. Le aziende sono governative per definizione, come ricordava sempre l’avvocato Agnelli, ma c’è stile e stile (FIRSTonline)

Un secondo: al pari di Elon Musk, piuttosto attivo nelle vicende politiche della Germania e del Regno Unito, Zuckerberg si è scagliato contro l’Unione Europea. E che, appunto, stia cercando di ingraziarsi il Partito Repubblicano. (Corriere del Ticino)

DONA ORA (Aduc)