Omicidio di Molfetta, parla l'educatore barese che conosceva Antonella Lopez e il suo killer: «Penso al dolore delle loro madri»

«Conoscevo Antonella Lopez, figlia di un quartiere dove ho tentato di costruire un progetto ambizioso per la città di Bari, un luogo che doveva essere per i giovani, un laboratorio di storie possibili da ricostruire, di errori da perdonare, di un futuro da progettare insieme. Me la ricordo Antonella col suo sorriso accattivante, gentile con tutti, brillante come il sole, me la ricordo insieme alle sue amiche Rosy ed Angela fuori da Chiccolino ad aspettare Claudiu il giovanefidanzatino di Rosy, oggi coppia bellissima». (La Gazzetta del Mezzogiorno)

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La vittima Antonella Lopez è parente di Ivan Lopez e nipote di Francesco, collaboratore di giustizia. E’ in questo contesto che si deve leggere quanto accaduto nella discoteca Bahia di Molfetta nella notte tra sabato 21 e domenica 22 settembre: la rissa conclusa a colpi di pistola che ha provocato la morte della 19enne. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Lavopa, durante l'interrogatorio, durato due ore, davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Francesco Vittorio Rinaldi, insieme all'avvocato difensore, Nicola Martino, si è detto dispiaciuto per la morte della ragazza e ha confermato quanto. (MolfettaViva)

«Per quello là mi sono rovinato la vita». Michele Lavopa, 21 anni, è in carcere da lunedì per l'omicidio di Antonella Lopez, uccisa per errore nel club Bahia di Molfetta la notte tra sabato e domenica. (Corriere della Sera)

Antonella Lopez uccisa a Molfetta, il killer Michele Lavopa dal carcere: «Per Palermiti mi sono rovinato la vita». Convalidato il fermo

Leggi tutta la notizia La ragazza è morta a causa di un colpo di pistola che l'ha centrata al torace, per... (Virgilio)

Il giudice, al termine dell’udienza di convalida del fermo svoltasi questa mattina in carcere a Bari, ha anche riconosciuto l’aggravante mafiosa, come chiesto dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia. (Telebari)

Perché Palermiti è qui? Eugenio entrò in classe, prese… BARI — Eugenio Palermiti – Eugenio come il nonno, il capoclan più spietato e temuto, quello che si faceva chiudere nella gabbia dei pittbull dai suoi sgherri per combattere contro i cani e ucciderli a mani nude – qualche tempo fa entrò nella scuola che frequentava una sua fidanzatina. (La Repubblica)