Intesa Sanpaolo e lo scandalo degli accessi abusivi

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ECONOMIA

L'affaire degli accessi abusivi ai conti bancari di Intesa Sanpaolo, che ha coinvolto 34 politici e 43 personalità del mondo dello spettacolo, continua a sollevare preoccupazioni sulla sicurezza e la privacy. Vincenzo Coviello, ex funzionario della banca, è accusato di aver effettuato intrusioni non autorizzate nei depositi e nelle movimentazioni delle carte di credito dei clienti. La banca, che ha inizialmente denunciato il dipendente solo all'Autorità per la privacy, è ora indagata per valutare se la denuncia su Coviello sia stata tempestiva.

Degli otto correntisti più bersagliati, solo uno, Antonio Moschetta, si era rivolto ai carabinieri lo scorso 22 luglio, facendo partire l'inchiesta della procura di Bari. Il log degli accessi ai database dei clienti, che ha permesso alla banca e ai magistrati di sapere quali persone, quando, per quanto tempo e per quali dati erano state passate al setaccio da Coviello, non è riuscito a fare piena luce sul caso. Paolo Mieli, editorialista del Corriere della Sera, ha sollevato dubbi sul fatto che il bancario abbia voluto "confondere le acque" indagando anche sui conti di persone decedute.

Il sospetto che dietro queste intrusioni ci possa essere una rete criminale organizzata, piuttosto che un semplice caso di voyeurismo, è al centro delle indagini. La banca, ora indagata ai sensi della legge 231, deve rispondere alle accuse di non aver agito con la dovuta tempestività nel denunciare il proprio dipendente. Intanto, altri clienti di Intesa Sanpaolo, che hanno scoperto di essere stati vittime delle intrusioni di Coviello, sono pronti a presentare denuncia.

L'inchiesta, che ha già portato alla luce numerosi dettagli inquietanti, continua a svilupparsi, con i magistrati che cercano di capire l'entità e le motivazioni dietro questi accessi abusivi.