Perché non dovremmo più mangiare pesce fino alla fine dell'anno

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Ponte sullo Stretto Migranti Messina

Il Mediterraneo è il secondo mare più sovrasfruttato al mondo. Se nei primi sei mesi dell’anno avessimo consumato solo risorse dei nostri mari, da luglio alla fine del 2024 dovremmo ricorrere alle importazioni per sostenere la crescente richiesta dei consumatori. (Fanpage.it)

La notizia riportata su altre testate

In sostanza, siamo giunti al Fish Dependence Day, (Io Donna)

Per questo il governo ha creato un Dipartimento per le Politiche del Mare che ha varato il cosiddetto Piano Mare”. Il valore aggiunto dell’economia del mare vale 140 miliardi, con 900 mila occupati e 220 mila aziende, che oggi devono integrare le nuove tecnologie con le tradizionali attività marittime in un contesto di maggiore attenzione all’ambiente. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Ci sono notizie che arrivano come uno tsunami, altre che si alzano lentamente come la marea, e quando improvvisamente non si tocca più occorre iniziare a nuotare. E il mare, specie il Mediterraneo che è il secondo più sfruttato a livello mondiale, non riesce a star dietro alla nostra ingente domanda. (Dissapore)

Ultima follia del WWF: nel Mediterraneo si pesca troppo

È il paradosso utilizzato dal Wwf per denunciare lo sfruttamento delle risorse ittiche del Mediterraneo in vista del “Fish Dependence Day”, momento in cui l’Europa esaurisce virtualmente l’equivalente della produzione annua interna di pesce, molluschi e crostacei. (Il Sole 24 ORE)

Per il 2024 sono finite le risorse ittiche del Mediterraneo, dal 4 luglio in poi iniziano le importazioni. Lo denuncia il Wwf in vista del «Fish Dependence Day», momento in cui l'Europa esaurisce virtualmente l'equivalente della produzione annua interna di pesce, molluschi e crostacei. (leggo.it)

Gli italiani pescano troppo pesce, mettendo così in pericolo le risorse del Mediterraneo. A prescriverci la dieta è il WWF ricordando come a metà luglio cada il “Fish Dependence Day”, cioè il caduco istante in cui l’Europa esaurisce virtualmente l’equivalente della produzione annua interna di pesce, molluschi e crostacei. (Nicola Porro)