ATACMS contro la Russia: il mondo col fiato sospeso – ft. Gianandrea Gaiani – Analisi Difesa
ATACMS contro la Russia: il mondo col fiato sospeso – ft. Gianandrea Gaiani L’intervista al direttore di Analisi Difesa a Ottolina Tv alle 13,30 del 19 novembre. Putin risponde all’annuncio dell’utilizzo dei missili a lunga gittata occidentale, apparso sui media statunitensi, con la ratifica la dottrina nucleare aggiornata, adeguandola alle nuove minacce. Le nuove regole prevedono la risposta atomica ad un attacco contro la Russia o i suoi alleati con armi convenzionali da parte di uno stato non nucleare supportato da uno stato nucleare. (Analisi Difesa)
Se ne è parlato anche su altri giornali
La minaccia del ricorso all’atomica per indurre i Paesi occidentali a ridurre, … (la Repubblica)
Il decreto era pronto da tempo, ma la firma di Putin è arrivata nelle ore successive alla notizia che l’amministrazione Usa aveva deciso di concedere all’Ucraina il diritto a usare i missili a lunga gittata Atacms fino a 300 chilometri dentro il territorio russo. (Avvenire)
Ma con una scelta di tempo che meno casuale di così non potrebbe essere. Il suo portavoce aveva lo aveva fatto intuire nei giorni scorsi, che il presidente non avrebbe commentato una notizia non confermata da fonti dirette com’era quella del via libera della Casa Bianca all’uso di armi a lunga gittata in territorio russo da parte dell’esercito ucraino. (Corriere della Sera)
Mosca incassa il colpo, indirizzato verso un deposito d'armi di Bryansk a circa 110 km dal confine, e rilancia con la firma di Vladimir Putin sulla nuova dottrina nucleare. L'Ucraina lancia i missili Atacms forniti dagli Usa contro un obiettivo in Russia quando scoccano i 1000 giorni di guerra. (Adnkronos)
La Cina esorta a "calma" e "moderazione" dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che modifica i parametri per l'uso di armi nucleari, rendendoli più ampi. (ilmessaggero.it)
Che dovessimo finire l’anno parlando di minaccia nucleare per l’Europa e per il mondo era, ahimè, facile profezia già prima delle presidenziali Usa, quando a settembre l’annunciato invio di missili a lungo raggio chiesti da Zelensky veniva rimandato in attesa dei risultati del voto: Kamala Harris o Trump? La risposta c’è stata, ma quello che va in onda ora non è il paradosso della “pace trumpiana” – che al contrario non esiterà a rinfocolare conflitti per la primazia Usa, dal Medio Oriente all’Asia. (il manifesto)