Rai, Sanremo e venti di privatizzazione

La vicenda che sta attraversando il festival di Sanremo non può (non deve) essere giudicata solo nei confini della manifestazione canora. Quest’ultima ha una data di inizio così lontana -1951- da farne un programma divenuto rilevante anche per la sua longevità. Non per caso, insieme alla trasmissione dei mondiali di calcio o alle finali del basket (e poco più) proprio l’evento della riviera delle rose assurse alla categoria dei capitoli del palinsesto da tutelare evitandone la diffusione criptata, ovvero a pagamento. (il manifesto)

Ne parlano anche altre testate

Si va al Consiglio di Stato, com'era prevedibile, per affrontare il caso-Festival dopo la tranciante sentenza del Tar che ha bocciato l'affidamento del marchio (e quindi dei diritti di sfruttamento) e dell'organizzazione artistica tramite il reiterato sistema della convenzione Comune-Rai. (SanremoNews.it)

I giudici, tuttavia, hanno fatto salvo lo svolgimento dell’edizione del 2025, che, pertanto, avrà luogo come previsto. Per l’avvenire, invece, il Comune di Sanremo dovrà procedere mediante pubblica gara, aperta agli operatori del settore interessati. (La Repubblica)

Così accade anche, nell'economia più ingessata tra i grandi paesi del mondo, dove la concorrenza è spesso guardata come un virus contro cui vaccinarsi, dalla sanità ai trasporti, dall'energia al mercato del lavoro, che la svolta liberista debba partire dal Festival di Sanremo. (il Giornale)

Sanremo e l'eventualità dei due festival

Ma cosa è accaduto esattamente? Perché il Festival di Sanremo potrebbe andare in onda anche sul Nove, Canale 5 o, perché no, su Sky? (Fanpage.it)

Viale Mazzini prepara il ricorso al Consiglio di Stato. E intanto pensa a come fare un'altra kermesse (Open)

Avrete certamente letto la notizia riguardante il TAR della Liguria e la sua sentenza secondo cui il Festival di Sanremo va messo a gara. (Corriere TV)