Bambina morta per un piatto di gnocchi: ha senso fare il nome del ristorante?

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Dissapore INTERNO

La vicenda della bambina morta dopo aver mangiato un piatto di gnocchi è una di quelle che non vorremmo mai sentire: ma ha senso fare il nome del ristorante e pubblicare foto? La vicenda è tragica, di quelle che non vorremmo mai sentire. Una bambina di nove anni è venuta a mancare dopo avere mangiato un piatto di gnocchi. Le prime ipotesi, stando a quanto ricostruito, vertono su di uno choc anafilattico per la celiachia e le altre allergie di cui soffriva, tra cui quella al frumento (Dissapore)

La notizia riportata su altri media

Al momento si ipotizza che a causare il decesso sia stato uno shock anafilattico dovuto al frumento con il quale erano stati preparati gli gnocchi. Nonostante l’intervento del 118, la piccola è arrivata in ospedale priva di coscienza e poco dopo è deceduta. (BimbiSaniBelli)

Il presidente Claudio Romano: “Uno shock anafilattico per allergia al frumento avrebbe causato il decesso, non può essere dovuto a celiachia. Va spiegato alle famiglie per evitare paure infondate”. (insalutenews)

Il dolore e l’inchiesta. Mentre la famiglia piange per la morte di Martina Fumiatti, i carabinieri del Nas setacciano il ristorante dove giovedì mattina la bambina di Torre Maura, che aveva 9 anni, ha consumato l’ultimo pasto prima dello shock anafilattico: un piatto di gnocchi. (Repubblica Roma)

È difficile da accettare, ma con un dolce o un piatto di gnocchi si può morire. (Gambero Rosso)

Si continua ad indagare su ciò che possa aver provocato la morte di una bambina di 9 anni che si è sentita male dopo aver mangiato un piatto di gnocchi in un ristorante di Roma. La piccola, celiaca, è morta il 5 dicembre scorso. (Fanpage.it)

Si allargano le indagini sulla morte di Martina, la bimba celiaca di nove anni deceduta il pomeriggio del 5 dicembre dopo aver mangiato un piatto di gnocchi. Ancora: per oggi è prevista una prima informativa in Procura che nelle prossime ore aprirà un fascicolo per omicidio colposo mentre i genitori della piccola, che ancora non hanno sporto denuncia e che hanno acconsentito all’espianto degli organi, verranno convocati e ascoltati. (ilmessaggero.it)