Iran, il presidente Pezeshkian contrario all’attacco: non è stato avvertito

La guerra con Israele sta stressando come mai prima d’ora il regime iraniano, diviso tra la necessità di non mostrarsi imbelle davanti ai suoi alleati e il rischio di subire una pesantissima punizione militare da parte dello Stato ebraico. Talmente stressato e diviso da aver concepito e realizzato l’attacco contro le città israeliane praticamente senza coinvolgere il neoeletto presidente riformista Masoud Pezeshkian. (Il Dubbio)

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Israele prepara la risposta all'attacco missilistico dell'Iran: la rappresaglia potrebbe puntare sulle raffinerie di Teheran. E' lo scenario che delinea il sito staunitense di news Axios, che analizza il quadro dopo la massiccia azione ieri sera, durante la quale sono stati lanciati circa 180 missili balistici su Tel Aviv e altri obiettivi in tutto il Paese. (Adnkronos)

– “I dirigenti iraniani si trovavano di fronte a un bivio: non rispondere all’escalation israeliana e diventare irrilevanti, oppure agire, ed essere ragionevolmente distrutti. Così Andrea Margelletti, presidente del Cesi, il Centro studi internazionali. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

L'Iran attacca Israele con una pioggia di missili, circa 200, in una giornata cruciale per la crisi in Medio Oriente. Lo spettro di una guerra estesa a tutta la regione, già in fiamme per la crisi di Gaza e l'escalation in Libano, si fa più concreto nella serata dell'1 ottobre, scandita dalle azioni e dalle parole. (Adnkronos)

Iran contro Israele, sparati anche missili ipersonici con testate da 550 kg: «Colpiti l'80% dei bersagli». I falsi sms per invitare la popolazione a uscire dai rifugi

L’Iran ha bombardato Tel Aviv con 180 missili balistici e ipersonici «per un’azione di autodifesa». A sensi «dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Uniti». E con la quale sono stati presi di mira «solo i siti militari responsabili del genocidio a Gaza e in Libano». (Open)

Vedere, rilanciare, passare la mano. Nella serata di martedì, infatti, la Repubblica islamica ha lanciato contro lo Stato ebraico più di 180 missili, la maggior parte dei quali balistici, come vendetta per l’uccisione di vari esponenti di spicco del cosiddetto Asse della resistenza, ovvero la rete di milizie ed alleati legati a Teheran nella regione mediorientale. (ISPI)

Senza escludere la contromossa di Tel Aviv in una sfida che non è solo militare. È scattata con il buio con due ondate di quasi 200 vettori, una risposta «annunciata» attraverso canali diplomatici agli Usa e in modo diretto alla Russia. (Corriere della Sera)