Omicidio di Antonio Bellocco, l'ascesa di 'u Nanu al tavolo degli affari tra le curve di Milan e Inter

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Milazzo

«Noi non siamo una democrazia che tutti possono dire quello che vogliono. Non è così, è una falsa democrazia. Noi comandiamo e decidiamo noi...». Così Andrea Beretta sintetizza in una piccola lezione di «mentalità» cosa significhi comandare una curva. In questa «falsa democrazia» però secondo gli inquirenti si nasconderebbe molto di più: droga, estorsioni, infiltrazioni mafiose. Tutto su un unico tavolo che mette insieme interisti e milanisti. (Corriere Milano)

Se ne è parlato anche su altre testate

Quelli della Curva Nord dell'Inter sono cauti nei giudizi, ma anche lapidari nelle sentenze quando parlano il giorno dopo l'omicidio di Antonio Bellocco, detto «Totò 'u Nanu», 36enne rampollo dell'omonima famiglia di 'ndrangheta e già condannato a 9 anni di reclusione per associazione mafiosa. (il Giornale)

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Il capo ultrà ha sostenuto di aver accoltellato Bellocco per legittima difesa dopo che quest'ultimo gli aveva sparato. Non è escluso che però Beretta si sia sparato da solo per crearsi un alibi. (Fanpage.it)

Regolamento di conti tra ultrà, la Procura: “Bellocco colpito anche quando era esanime”

Nel parcheggio interno della scuola di pugilato Testudo, frequentata quasi esclusivamente da ultrà della Curva Nord nerazzurra, c'è una Smart bianca con targa svizzera: è la macchina di Antonio Bellocco, 36 anni, rampollo di una delle famiglie di 'ndrangheta più potenti della Piana di Gioia Tauro che da circa un anno ha messo piede al secondo anello verde conquistando sempre più potere. (IL GIORNO)

Da anni molte operazioni antimafia svelano il nuovo volto della mafia che fa affari al Nord ma mantiene basi ben radicate nel territorio d’origine. C’era una volta la mafia, quella della profezia di Sciascia che come “la linea della Palma” ne Il giorno della Civetta da Sud risaliva verso il Nord, adattandosi grazie ai cambiamenti climatici, ai contesti favorevoli. (Il Fatto Quotidiano)

Lo si legge nel provvedimento di fermo della Procura di Milano. In uno dei passaggi dell’atto si nota che le immagini delle telecamere, ora al vaglio dei carabinieri, «evidenziano come il Beretta» fuori dall’auto ferma davanti alla palestra 'Testitudo' con dentro «il Bellocchio esanime», sia rientrato «almeno una volta, all’interno dell’abitacolo, probabilmente infierendo ancora con il coltello» sul 36enne della cosca di Rosarno. (Gazzetta del Sud)