Alessandro Giuli: "Ministro ha margini di indipendenza, c'è spazio per la destra progressiva"
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Il titolare del dicastero della Cultura: "Mi piace essere percepito come una persone di pensiero. Alzare il livello del linguaggio dopo la stagione dei 'vaffa' non è arretramento" Il ministro della Cultura Alessandro Giuli torna a parlare dopo la bufera che lo ha travolto, a partire dalle dimissioni del suo capo di gabinetto Francesco Spano, fresco di nomina. “Un ministro deve avere dei margini riconoscibili di indipendenza, soprattutto nella misura in cui, io sono ministro anche per Saviano, per Scurati, si fa espressione di un governo il cui partito principale ha il 30%, in quel 30% deve esserci lo spazio per una destra progressiva, non reazionaria, e che non guarda al passato. (LAPRESSE)
Se ne è parlato anche su altri media
«Il mio linguaggio è anche la dimostrazione di come non sono in cerca di consensi politici, mi percepisco come una persona che proviene dal mondo della cultura e che si è messa al servizio; se cercassi clientele politiche di basso profilo mi costringerei a usare un altro registro ma non mi interessa». (Open)
Al fine di compendiare al meglio, in questo tempio di Temi, una più efficace apologia dell’attuale ministro della Cultura, ci premureremo di utilizzare un linguaggio consono alla magnitudine della figura cui noi ci spingiamo, soli, a difendere. (Nicola Porro)
"Anche un ministro deve avere dei margini riconoscibili di indipendenza, soprattutto nella misura in cui esprime, seppure nelle vesti istituzionali, tutti gli intellettuali -che lo vogliano o no anche Scurati o Saviano- ma nella misura in cui si fa espressione di un governo il cui partito di maggioranza ha il 30% deve esserci spazio per una destra progressiva, non reazionaria, allergica a qualsiasi lacerto di nostalgia, perché in quel 30%, per fortuna dico io, c’è una maggioranza che deve riconoscersi nella Costituzione, ed è la linea invalicabile. (Civonline)
Il professor Franco Cardini è uno storico e un saggista. È stato iscritto al Movimento Sociale Italiano dal 1953 al 1965. E quindi nessuno può tacciarlo di sinistrismo. In un’intervista a La Stampa oggi spiega che ha letto il curriculum del nuovo ministro della cultura del governo Meloni. (Open)
Il suo discorso pronunciato durante l'audizione alle Commissioni Cultura della Camera e del Senato, oggetto di battute e meme, aveva un "grado di complessità direttamente proporzionale agli interlocutori e al contesto – dice il ministro della Cultura Alessandro Giuli, ai microfoni di 'La lingua batte', su Radio3 – Se parli con deputati che siedono in Commissioni Cultura, allora 27 secondi di citazione di un paio di testi, oggettivamente complessi, sarò teoretico ma è una scommessa che si può tentare. (la Repubblica)
Sono stati giorni di grande difficoltà dopo le dimissioni del suo capo di gabinetto Francesco Spano un po’ per i presunti conflitti d’interesse sollevati dalla puntata di Report che sarà in onda stasera un po’ per le pressioni dall’interno di Fratelli d’Italia che si sono trasformate anche in una sagra dell’insulto in qualche occasione più privata (“pederasta” ha scritto un dirigente romano su una chat). (Il Fatto Quotidiano)