Banca MPS e il terzo polo bancario: il ritorno della storica banca senese sotto i riflettori

Scopri cosa c’è dietro la rinascita di Banca MPS: tra guadagni record e voci sul terzo polo bancario italiano, il futuro della storica banca senese resta al centro dell’attenzione. Una rinascita che sorprende i mercati Chi avrebbe mai pensato, solo qualche anno fa, che Banca Monte dei Paschi di Siena, una delle più antiche istituzioni bancarie del mondo, avrebbe registrato una crescita di circa il 100% in un solo anno? Eppure è successo. (Proiezioni di Borsa)

Se ne è parlato anche su altri giornali

In una lettera ai dipendenti l’ad sottolinea la "forte preoccupazione” per le sinergie di costo stimate dal gruppo guidato da Andrea Orcel, “pari a oltre un terzo della base costi” di Piazza Meda, e che si tradurrebbero in “oltre 6.000” uscite. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

"Quando guardo a Unicredit, penso alla seconda banca Italiana, non a una entità estera". Così all'Adnkronos Giorgio Vintani, analista e consulente finanziario indipendente, rispondendo alle recenti dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini, che aveva definito Unicredit una banca straniera. (Adnkronos)

Tale ripiegamento potrebbe rendere il titolo oggetto di vendite da parte degli operatori.Il quadro tecnico dellasegnala un ampliamento della linea di tendenza negativa con discesa al supporto visto a 13,87 Euro, mentre al rialzo individua l'area di resistenza a 14,28. (Teleborsa)

Mps ancora in rialzo, mercato torna a ragionare su ipotesi terzo polo con Banco Bpm

Banca Mps nuovamente rialzo a Piazza Affari, mentre la banca senese torna al centro delle ipotesi del risiko bancario. L'istituto senese conferma così il rally che la ha riportata a un passo dai massimi toccati a metà novembre, quando Caltagirone, Delfin, Anima Holding e Banco Bpm rilevarono il 15% del capitale dal Mef. (Il Sole 24 ORE)

C’è anche la grande partita per mettere le mani sul risparmio italiano dietro l’offerta di Unicredit su Banco Bpm. (Il Fatto Quotidiano)

Un’operazione ‘ostile’ che ha anche trovato il veto del governo, spiazzato dalla decisione di Andrea Orcel, ad di Unicredit, al punto da valutare l’ipotesi del golden power, ossia lo strumento attraverso il quale la presidenza del Consiglio può di fatto condizionare o addirittura vietare un’operazione di mercato nel caso in cui questa riguardi beni o strutture che si considerano strategici per la sicurezza nazionale. (Forbes Italia)