Meloni e Macron: uniti su Unifil, divisi sulle armi. E Biden: mai più

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Con due tragiche guerre che minacciano la sicurezza dell’Europa, gli attriti politici e personali a volte passano in secondo piano. Ecco allora che, al saluto finale, Emmanuel Macron appoggia la mano destra sulla spalla di Giorgia Meloni, dispensa larghi sorrisi e le scocca due baci sulle guance. È una delle immagini simbolo del Med9. Eppure, al vertice dei nove Paesi del Mediterraneo in un lussuoso golf-resort sulle colline dell’isola di Cipro, il principio di disgelo tra l’italiana e il francese è poco più di un tocco di colore. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altre testate

Quattro attacchi contro le basi Unifil in meno di 24 ore. I fatti sono chiari: Israele vuole avere mano libera nel sud-est per liberare l’area da Hezbollah. (Il Fatto Quotidiano)

È l’incubo del governo: se in Libano un ordigno dovesse colpire i militari del contingente Unifil, l’onda d’urto della deflagrazione arriverebbe fino in Italia, finendo per infiammare le piazze. Perché, come dice un autorevole ministro, «in Medio Oriente sono saltati tutti gli equilibri, proprio nel bel mezzo di un vuoto di potere internazionale»: con il presidente americano a fine mandato, con il dittatore russo impegnato sul fronte ucraino, con l’Onu che misura la sua irrilevanza e con l’Europa che come al solito ha il telefono staccato. (Corriere Roma)

Potrebbe non durare molto, dato l'avvicinarsi della sessione di bilancio, ma il combinato disposto dell'ennesimo caso di presunto dossieraggio e dell'attacco delle truppe israeliane al contingente italiano Unifil in Libano ha riportato, d'incanto, la concordia nel centrodestra. (Il Dubbio)

Tajani: "Nostri militari non sono Hezbollah. No a bombe contro Onu"

Giorgia Meloni, il primo ministro maltese Robert Abela, Pedro Sanchez ed Emmanuel Macron durante la conferenza stampa dopo il vertice MED9 nella città cipriota di Paphos (Ansa) (La Verità)

Lo riferisce una fonte delle Nazioni Unite. Intanto le forze di difesa israeliane (Idf) stanno potenziando le loro operazioni nel Libano meridionale, dove è stata dispiegata la 205a Brigata corazzata (AGI - Agenzia Italia)

"La situazione è peggiorata, ma i nostri militari non corrono rischi gravi e rimarranno là. Israele non ha aperto il fuoco solo una volta e abbiamo protestato ripetutamente, con forza, con i ministeri di Esteri e Difesa", ha dichiarato a La Stampa il ministro degli Esteri Antonio Tajani. (Tiscali Notizie)