Chi difende Telegram e il suo fondatore Pavel Durov
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Il numero di utenti che utilizza Telegram, dallo scoppio del conflitto in Ucraina, è quasi raddoppiato. E la piattaforma di messaggistica è stata una valida alleata da una parte e dall'altra del fronte. Viene utilizzata dalle truppe, per comunicare tra loro, ma soprattutto come megafono di propaganda: l'esercito ucraino ha trasmesso quasi in tempo reale le proprie azioni sin dal febbraio 2022, mentre il presidente Zelensky aggiorna il suo canale quotidianamente. (Corriere della Sera)
Su altri media
Si complica la posizione di Pavel Durov, il fondatore di Telegram, arrestato a Parigi il 24 agosto e ora messo formalmente sotto accusa dalla procura della Repubblica della capitale francese. Come si legge in una nota della procuratrice Laure Beccuau, l'imprenditore tech, classe 1984, deve rispondere di complicità nella gestione di una piattaforma online che consente di eseguire transazioni illecite; rifiuto di comunicare alle autorità competenti informazioni o documenti per eseguire intercettazioni; complicità nel compimento di reati che vanno dalla diffusione di materiale pedopornografico al traffico di stupefacenti, dalle frodi all'associazione a delinquere; riciclaggio di denaro; fornitura di servizi e strumenti di crittografia non autorizzati dalle autorità locali. (WIRED Italia)
Il caso dell’arresto sul suolo della (antica) capitale delle libertà non può essere affrontato in modo binario: buoni e cattivi, bianco e nero. (articolo21)
L'arresto in Francia del fondatore di Telegram Pavel Durov offre spunti di riflessione sul rapporto tra libertà e sicurezza, sulla segretezza della corrispondenza e sul rischio di derive vero il controllo di massa (Agenda Digitale)
Il creatore di Telegram, già noto per i suoi scontri con varie autorità governative e per la sua ferma posizione a protezione della privacy degli utenti, si trova ora ad affrontare un’accusa personale estremamente grave. (Nicola Porro)
Come infatti abbiamo ampiamente appreso in queste ultime ore, Mark Zuckerberg ha ammesso, in una lettera inviata alla Commissione Giustizia della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti a guida repubblicana, di aver “ricevuto pressioni” dal governo per “censurare” contenuti relativi alla pandemia di Covid-19, anche quelli di natura satirica. (Il Fatto Quotidiano)
Lo riporta l'agenzia AFp citando una sua Il miliardario franco-russo Pavel Durov, fondatore e Ceo dalla app di messaggistica arrestato sabato sera all'aeroporto Le Bourget in Francia, è stato rilasciato dalla polizia e trasferito al tribunale di Parigi in vista di una sua possibile incriminazione. (Secolo d'Italia)