Libano, Joseph Aoun eletto come nuovo presidente
Il capo dell'esercito: "Inizia una nuova era". Ha ottenuto la maggioranza dei voti tra i 128 parlamentari Il comandante dell’esercito Joseph Aoun è stato eletto come 14esimo presidente del Libano, dopo più di 2 anni di vuoto di potere. Aoun è stato eletto al secondo turno grazie ai voti della maggioranza assoluta del Parlamento. In 98 sui 128 deputati hanno votato in suo favore, 2 voti sono stati registrati per Shibli Al-Mallat, 9 hanno votato scheda bianca e altre 17 schede sono state decretate nulle. (LAPRESSE)
Ne parlano anche altri giornali
Il generale 60enne, dal 2017 a capo delle forze armate, è sostenuto dai Paesi occidentali e da quelli arabi del Golfo ostili all'Iran (Sky Tg24 )
Come in un gioco dell’oca mediorientale, dopo due anni di vacatio e dopo mesi di disastro bellico contro Israele, l’azzeramento quasi completo di Hezbollah e un cessate il fuoco che resta più fragile che mai, il Parlamento di Beirut ha eletto l’attuale capo dell’esercito, il generale Joseph Aoun, come 14° presidente del Libano (L'HuffPost)
Il generale Joseph Aoun entra in Parlamento in abiti civili, completo scuro, camicia bianca e cravatta grigia, insieme alla moglie Neemat. La prima conta è una fumata nera. La seconda, intorno a mezzogiorno, segna l’inizio di una nuova era politica in Libano (la Repubblica)
. "Mi congratulo con il Libano per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica, dopo una lunga crisi politica. (Tiscali Notizie)
Così l’estremo difensore: “Il derby vinto? Chiaro che porta entusiasmo, ma non dobbiamo esagerare. Partita bellissima ed emozionante, siamo molto felici di aver vinto però alla fine si va avanti. Non dobbiamo pensare ai risultati negativi in trasferta, andiamo a Bologna per vincere che è fondamentale per noi in questo momento“. (Europa Calcio)
Il 60enne generale Joseph Aoun, comandante dell'esercito libanese, è stato oggi eletto presidente della Repubblica, carica rimasta vacante per più di due anni e che, secondo l'ordinamento libanese, spetta a un cristiano maronita. (Gazzetta di Parma)