Premio Nobel agli hibakusha: dedicato a Tazuko e alle altre vittime che continuano a fermare l’atomica

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la Repubblica ESTERI

È colpevolmente in ritardo questo Nobel, ed è giusto diffidare di chi parla oggi in nome degli hibakusha, e non solo perché già nove anni fa, quando nell’ospedale dei sopravvissuti, a una ventina di chilometri da Hiroshima, ne incontrai 300 in una volta sola, la più vecchia aveva 103 anni e il più giovane 79. Erano quasi tutte donne con i visi bellissimi e i corpi segnati e neppure tra di loro pa… (la Repubblica)

Ne parlano anche altri giornali

PECHINO — Un campanello d’allarme per il mondo, sempre più instabile. Ma anche un riconoscimento di come le persone possano risollevarsi e suscitare speranza raccontando le loro storie. (la Repubblica)

Premio assegnato all'organizzazione giapponese "per i suoi sforzi per realizzare un mondo libero dalle armi nucleari e per aver dimostrato attraverso la testimonianza dei sopravvissuti che le armi nucleari non devono mai più essere utilizzate" (il Giornale)

Oslo ha premiato l'organizzazione antinucleare giapponese che raccoglie i sopravvissuti delle bombe atomiche lanciate dall'esercito americano su Hiroshima e Nagasaki. Un messaggio contro la proliferazione delle armi atomiche e il loro micidiale potenziale di morte e distruzione. (Avvenire)

Le lacrime dell’hibakusha. “Non smetterò mai di raccontare”

Premio Nobel per la pace 2024 a Nihon Hidankyo, organizzazione e movimento di base fondato e animato da sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, noti anche come "Hibakusha", impegnati per un un mondo libero dalle armi nucleari. (Secolo d'Italia)

La memoria di chi c’era, tramandata, può essere uno dei pochi ostacoli al ritorno di quelle armi nucleari che noi nati dopo la guerra avevamo rimosso, come un fantasma del passato. Il Nobel per la Pace all’associazione giapponese Nihom Hidankyo, che raccoglie i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, è un grido da Oslo, e una preghiera: non dimenticate. (Avvenire)

Alla sua esclamazione pare sia subito seguito il desiderio di rimettersi all’opera: «Voglio tornare a raccontare, voglio dire ancora alle persone cos’è successo quel giorno». Tokyo — Quanto abbiamo aspettato questo momento» ha dichiarato tra le lacrime un uomo ormai centenario alla notizia dell’assegnazione del Nobel per la Pace di quest’anno. (la Repubblica)