Draghi: "Debito comune non è questione principale del rapporto su competitività"

Bruxelles – Non ascoltare ‘la pancia’ e quindi non pensare al portafogli, bensì ragionare, per bene, e concentrarsi sulle riforme, anche più importanti dei soldi. Mario Draghi cerca di difendere il suo rapporto sulla competitività, quello realizzato su richiesta e incarico della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. L’ex primo ministro e prim’ancora ex presidente della Bce è consapevole che se la politica si focalizza su come finanziare il suo piano per il rilancio in grande stile dell’Unione europea e della sua eurozona il percorso può interrompersi prima ancora di cominciare, e allora invita alla calma. (EuNews)

La notizia riportata su altri media

E' un dei messaggi più importanti che è venuto oggi dall'ex presidente del Consiglio italiano e della Bce Mario Draghi, durante un dibattito teletrasmesso questo pomeriggio a Bruxelles dall'istituto Bruegel, un think tank europeo, sul suo rapporto sul futuro della competitività dell'Ue. (Tiscali Notizie)

Se c'è un tema comune nel rapporto è che dobbiamo puntare a sforzarci di aumentare la crescita della produttività. Lo ha affermato l'ex presidente del Consiglio e della Bce, Mario Draghi, durante un dibattito all'istituto Bruegel sul rapporto che ha curato su produttività e la competitività Ue. (Tiscali Notizie)

All'interno della sede del think tank Bruegel, a Bruxelles, l'ex presidente italiano del Consiglio mette in guardia sulla "sovranità" dei singoli Paesi comunitari che sono " semplicemente troppo piccoli per affrontare le sfide ", poste dall'attuale contesto internazionale. (il Giornale)

Competitività, Draghi: "Stima 750-800 mld investimenti di Commissione e Bce, ed è conservativa"

L'ex presidente della Bce è intervenuto a un evento organizzato dal think tank Bruegel a Bruxelles (LAPRESSE)

“Così piccola e … fragile”, così cantava Drupi nell’estate del 1974 e questa situazione sembra quella dell’industria europea secondo il Rapporto di Mario Draghi sul “Futuro della competitività europea”, che ha accesso il dibattito sulla capacità di tenere il mercato e il ritmo del cambiamento rispetto a Stati Uniti e a Cina, raccogliendo una “sfida esistenziale” per evitare di cadere in una situazione di crisi permanente, tanto che un editoriale del 19 settembre scorso il Washinton Post ha titolato “come fermare il declino dell’Europa”. (L'HuffPost)

La "stima" contenuta nel rapporto sulla competitività dell'Ue, investimenti aggiuntivi nell'ordine di 750-800 mld di euro all'anno, per accorciare il divario rispetto a Usa e Cina viene da "un calcolo effettuato indipendentemente dalla Commissione Europea e dalla Banca Centrale Europea", è pari a circa il "5% del Pil europeo" e "incidentalmente, si tratta di stime relativamente conservative". (Corriere TV)