Open Arms, il fondatore della Ong all'uscita dell'ultima udienza

Approfondimenti:
Processare Salvini Migranti

Il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, risponde alle domande dei giornalisti fuori l'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, dove si e' tenuta la nuova udienza del processo a carico di Matteo Salvini (Tiscali Notizie)

La notizia riportata su altri giornali

In mezzo c’erano loro, i quattro ministri (Giancarlo Giorgetti, Giuseppe Valditara, Roberto Calderoli e Alessandra Locatelli) e i parlamentari della Lega (una novantina quelli presenti) chiamati a una manifestazione di solidarietà con il loro leader Matteo Salvini sotto processo per il caso Open Arms (non c’erano, invece, né i governatori, da Luca Zaia ad Attilio Fontana, né il generale Roberto Vannacci). (Corriere della Sera)

È stata una giornata molto importante sia sotto il profilo politico sia sotto il profilo giudiziario: da un lato la Lega si è ripresa uno spazio politico definito, si è intestata la lotta all'immigrazione selvaggia, ha manifestato muscolamente la sua compattezza (la presenza inaspettata a Palermo di ministri come Giancarlo Giorgetti ne è in qualche modo una conferma) e ha rilanciato la leadership di Matteo Salvini che qualcuno vedeva offuscata da altri leghisti ingombranti come Roberto Vannacci, assente giustificato a Palermo. (il Giornale)

All’appello è mancato solo Matteo Piantedosi, tutti a rapporto gli altri quattro ministri della Lega. Di voglia di parlare la squadra del Capitano non ne aveva più di tanto. (il manifesto)

Open Arms, Anm: "I sospetti generano minacce". Crippa della Lega: "Autocritica che ci soddisfa"

La legale di Salvini al processo a Palermo: "Ong ha detto no a possibilità sbarco" (LAPRESSE)

Il venerdì prima di Natale scoprirò se per i giudici di Palermo sono colpevole di sequestro di persona perché ho bloccato gli sbarchi o se sono semplicemente una persona che ha fatto il suo lavoro e difeso il suo Paese». (Corriere TV)

Un arringa durissima, quella della Bongiorno, che ha mostrato all'aula le ragioni per le quali è lecito ritenere che quello in atto sia un processo politico, l'obiettivo colpire il leader del Carroccio e vicepremier, ministro dell'Interno all'epoca dei fatti contestati. (Liberoquotidiano.it)