Mestre, follia in Pronto soccorso: uomo ubriaco distrugge sala d’attesa

Un 50enne di origini irlandesi è stato arrestato dalla polizia dopo aver distrutto la sala d’attesa del Pronto soccorso dell’ospedale di Mestre, obbligando le infermiere, terrorizzate, a nascondere una decina di pazienti nella guardiola. Salvati anche una donna in travaglio e il suo bambino. Nessuno è rimasto ferito. Già dimesso dopo aver passato la notte in ospedale per smaltire una sbornia, armato di uno schermo del pc sradicato dalla guardiola e di un triangolo segnaletico preso da un carello per le pulizie, l’uomo si è scagliato contro gli otto grandi monitor segnaletici, rompendoli tutti e mettendo sottosopra l’intera sala d’attesa del Pronto soccorso. (Nurse Times)

Su altre fonti

Già dimesso dopo aver passato la notte in ospedale per smaltire la sbornia, armato di uno schermo del pc sradicato dalla guardiola e di un t… (la Repubblica)

«Si è alzato in piedi all’improvviso e ha iniziato a spaccare tutto. Sono entrato in una stanza, ho preso una sedia a rotelle su cui sedere la mia compagna e siamo corsi verso il reparto». (ilgazzettino.it)

Oggi, giornata in cui stiamo parlando ancora una volta di cambiare la cultura e di sostenere azioni per evitare che continuino ad esserci violenze sulle donne, ci troviamo a commentare l'azione ingiustificata di un uomo violento che si è scagliato contro due infermiere e una primaria». (ilgazzettino.it)

Violenza al Pronto Soccorso, un uomo distrugge le attrezzature e tenta di aggredire i medici

CLICCA Un uomo di 51 anni, di origine irlandese, ha devastato la sala d’attesa del Pronto Soccorso dell’ospedale dell’Angelo a Mestre, causando oltre 10.000 euro di danni. L’aggressione è avvenuta domenica mattina, poco dopo le sue dimissioni. (tviweb)

La fuga della donna in travaglio Pronto soccorso distrutto. Un uomo di 50 anni ha danneggiato in maniera grave la sala d’aspetto dell’ospedale di Mestre, a Venezia. Paura per una donna in travaglio costretta a fuggire e nascondersi. (Virgilio Notizie)

La prontezza e la professionalità del personale sanitario sono state determinanti per evitare che la situazione degenerasse ulteriormente. (Nordest24.it)