Consiglio europeo, von der Leyen nominata per un secondo mandato alla presidenza della Commissione

"Penso che l'Italia debba far valere il suo ruolo, il suo peso e debba far valere il rispetto dei suoi cittadini, dei suoi interessi", ha proseguito in un punto stampa. Rispondendo a una domanda sulla decisione di votare contro Costa e Kallas, Meloni ha risposto: "Se fosse come si dice, cioè che se non sei d'accordo con alcune decisioni qualcuno te la fa pagare, sarebbe vergognoso. Escludo che sia così". (AGI - Agenzia Italia)

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Alla fine la fumata bianca al Consiglio europeo sui vertici delle future istituzioni Ue è arrivata. La popolare Ursula von der Leyen avrà un bis alla Commissione europea, l’ex premier socialista portoghese Antonio Costa andrà alla presidenza del Consiglio europeo e la premier estone liberale Kaja Kallas ricoprirà il posto di Alta rappresentante Ue per la politica estera. (Il Fatto Quotidiano)

La premier ha affermato che la decisione sarebbe stata presa “attorno al caminetto” tra i rappresentanti di Governo e delle forze politiche che vararono a suo tempo la prima Commissione europea diretta da Ursula von der Leyen, per la riconferma di un secondo mandato, anziché scegliere attraverso il consenso nell’ambito del Consiglio europeo dei capi di Stato e di Governo. (opinione.it)

La partita di Bruxelles non è finita. Il voto della destra italiana, specialmente del Meloni-partito, potrebbe pesare nella rielezione di Ursula von der Leyen. Popolari-Socialisti-Liberali hanno una maggioranza, tuttavia non al riparo dai prevedibili franchi tiratori. (malpensa24.it)

Italia a mani vuote nelle nomine europee anche se cresce più di Francia e Germania

Bruxelles – Il primo ostacolo è superato, ora all’orizzonte ce n’è un altro da non sottovalutare per Ursula von der Leyen, se vuole puntare ad altri cinque anni al Berlaymont. (EuNews)

Paura politica Ciò che non era affatto normale, visto che Lue non è uno Stato, bensì una sorta di confederazione di Stati che tutti partecipano alle decisioni e ciò, anzitutto, nella sede del Consiglio leuropeo. (Nicola Porro)

Ma tutto ciò sembra non contare quando si prendono le decisioni su chi debba guidare la Ue Parigi balla sull’orlo del baratro del debito pubblico ma disfa a suo piacimento nomine, politiche e rapporti nell’Unione. (Milano Finanza)