Morte Salvemini, il campionato italiano è in LUTTO: è stato il primo allenatore dell'Empoli in Serie A

Morte Salvemini, il campionato italiano è in LUTTO: è stato il primo allenatore dell’Empoli in Serie A. Aveva 82 anni Nella giornata di oggi si è spento Gaetano Salvemini, storico allenatore italiano e della Serie A. Infatti, è stato il primo tecnico a sedersi sulla panchina dell’Empoli nel massimo campionato italiano. Nella sua carriera ha allenato anche Genoa, Palermo, Cesena, Lucchese, Bari e Monza, con il quale ha chiuso le sue esperienze in panchina. (Lazio News 24)

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Ma soprattutto Empoli e Bari, le squadre con cui ha fatto la storia. Perché Gaetano Salvemini da Molfetta – nome, cognome e luogo di nascita uguali a quelli dello storico antifascista e meridionalista scomparso nel 1957 – era una persona perbene. (Terzo Tempo Napoli)

La Ternana Calcio partecipa commossa al dolore per la scomparsa di Gaetano Salvemini, avvenuta oggi a 82 anni. Nella sua lunga carriera il tecnico pugliese aveva guidato i rossoverdi nella stagione 1984/85, in Serie C1, portandoli alla salvezza. (TernanaNews)

Oggi, all’età di 82 anni, l’allenatore è morto nella sua casa di Reggio Emilia, dove viveva da tempo. – A Empoli lo ricordano soprattutto per la stagione 1986/87, la prima degli azzurri in Serie A. (LA NAZIONE)

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La nostra Serie A piange la scomparsa di un ex allenatore di diverse squadre del nostro campionato, aveva 82 anni. Come riportato da diverse fonti giornalistiche e dall’esperto di mercato Gianluca di Marzio, in mattinata è stata annunciata la scomparsa di Gaetano Salvemini (Spazio Inter)

«Il mondo dello sport ha perso un grande allenatore, un grande uomo, Gaetano Salvemini, che ha contribuito a scrivere la storia del calcio. (MolfettaViva)

Pugliese di nascita (era parente del Salvemini politico e antifascista e non a caso è stato chiamato come lui), si era da tempo trasferito al Nord. Centrocampista di fosforo ma dal movimento lento, partito dall’oratorio di Molfetta arrivò alla Inter di Herrera, chiuso da Suarez, Corso e Mazzola ebbe però inevitabilmente uno spazio limitato. (La Repubblica)