Morgan a ruota libera: "Io e Angelica Schiatti ci siamo spostati in uno sgabuzzino della Rai, il messaggio sulla bara? Una metafora"

Morgan a ruota libera: “Io e Angelica Schiatti ci siamo sposati in uno sgabuzzino della Rai, il messaggio sulla bara? Una metafora” Lunga intervista a firma di Candida Morvillo sulle pagine del Corriere della Sera. L'artista parla di tutto: dalla fine del rapporto con la cantautrice alle denunce, dalla tossicodipendenza a Calcutta Getting your Trinity Audio player ready... ROMA – Marco Castoldi, in arte Morgan, è un fiume in piena. (Dire)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Mi hanno silenziato, azzerato». Quanto all’aver denunciato Calcutta: «Credo nel dialogo, un cantautore non può denunciare un altro cantautore, ma ho dovuto farlo» (Rolling Stone Italia)

Alla fine, Morgan ha chiesto scusa. Il cantante, accusato di stalking e diffamazione dalla sua ex fidanzata Angelica Schiatti, sta pagando caro quello che è accaduto: la Warner ha chiuso il contratto con lui e altre offerte di lavoro sono chiuse. (Donna Moderna)

A pochi giorni dall’articolo sul Fatto relativo al rinvio a giudizio di Morgan per stalking e diffamazione ai danni di Angelica Schiatti, il PIM (pronto intervento Morvillo) è arrivato a sirene spiegate sul Corriere della Sera per smacchiare la reputazione del povEro cantautore. (Il Fatto Quotidiano)

Morgan rompe il silenzio e spiega la sua verità: “Per un anno e mezzo sono stato ossessionato da Angelica Schiatti, ora le chiedo pubblicamente scusa perché…” Il cantautore ha raccontato: “Lei dice che siamo stati insieme 3 mesi ma sono stati 8 anni in cui ci scrivevamo 500 messaggi al giorno, poi…” (Isa e Chia)

Ora chiedo ad Angelica pubblicamente scusa, ho detto cose orribili. Abbiamo avuto un costante scambio artistico, intellettuale, emotivo, ci dicevamo ‘ti amo’. (L'HuffPost)

L'artista ha raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera di aver avuto un "serio problema di tossicodipendenza" durante la storia con la sua ex, e che i pesantissimi messaggi inviati fossero frutto di quelle particolari condizioni di salute. (DiLei)