Il rapporto Draghi e i compiti per Torino sul futuro dell’auto

Nel rapporto che Mario Draghi ha dedicato al futuro dell’Europa non c’è mai la parola Torino, ma il richiamo a una nuova stagione di investimenti pubblici per la rinascita della manifattura suggerisce che non c’è forse altro posto in Europa dove il testo dovrebbe essere letto e compreso. Non dunque incentivi che finiscano in un paio d’ore, ma una fase di rilancio che serva a mantenere la libertà … (La Repubblica)

Ne parlano anche altre testate

Mario Draghi ha presentato all'Unione Europea il proprio report per aumentare la competitività e ridurre il gap esistente con Cina e Stati Uniti (Virgilio)

Il quadro è tecnicamente ineccepibile e completo nel suggerire gli interventi e gli investimenti necessari per competere con Cina e Stati Uniti. Da parte di molti politici e commentatori si è immediatamente obiettato che tutto questo, comportando un volume di spesa dell’ordine di 750-800 miliardi di Euro all’anno, troverà ostacoli difficili da superare sia per le difficoltà finanziarie di molti paesi, sia per le opposizioni politiche che i governi, a partire da quello germanico, stanno già portando avanti di fronte all’ipotesi di dovere contare su un sostanzioso indebitamento europeo. (ilmessaggero.it)

Ma i commenti alla fine si incentrano quasi tutti sulla sua proposta di trovare 800 miliardi di investimenti l’anno per rilanciare il Vecchio Continente. Ci sono almeno un paio di indizi che spingono a pensare di essere in un momento delicato. (Corriere della Sera)

Rapporto Draghi: documento attuabile o carta da macero? Zafferano è nato e si è sviluppato con una linea editoriale chiara: muoversi nel mondo giornalistico in punta di piedi, con un linguaggio elegante, ma senza sudditanze, né verso il potere, né verso i lettori. (Start Magazine)

Negli ultimi giorni i media hanno molto valutato il Rapporto di Mario Draghi sul futuro della “competitività europea”, un rapporto che pone in evidenza la necessità di rafforzare la debole “produttività” dell’Europa, rispetto alla maggiore produttività degli Stati Uniti e della Cina, indicando, a questo proposito, le misure che l’Unione Europea dovrebbe adottare, per porre le premesse di una futura ripresa. (Il Fatto Quotidiano)

Il rapporto sulla competitività dell’Unione europea di Mario Draghi è stato accolto con entusiastico furore dalla stragrande maggioranza dell’informazione e della politica italiana, salvo qualche eccezione, con poca capacità critica rispetto a un programma, che se attuato, ci porterebbe verso un modello di economia e di società pianificata dall’alto, tutto il contrario rispetto allo spirito dei padri fondatori della comunità europea. (L'Opinione delle Libertà)