Unicredit-Banco Bpm, anche Amundi suda freddo. Castagna prepara un piano anti-Orcel
L’Ops lancia da Unicredit su Banco Bpm ha colto di sorpresa in molti e provocato più di un malumore. A partire dalla preda (Bpm), passando per gli altri potenziali interessati (Credit Agricole) e partner di lungo corso (Amundi, che fa capo alla stessa Agricole), senza dimenticare i mugugni del governo, in particolare della Lega che vede allontanarsi lo scenario del terzo polo a cui si era lavorato con l’ultima cessione del 15% di Mps da parte del Tesoro. (Finanzaonline)
Ne parlano anche altre testate
Le dichiarazioni di Matteo Salvini e Matteo Renzi hanno portato alla luce i dubbi che circondano l’operazione fino a minacciare l’uso del diritto di veto attraverso lo strumento del Golden Power. (Panorama)
Il Golden Power? Difficile argomentare che ci siano elementi di sicurezza nazionale. Ca’ de Sass non sarà cavaliere bianco (Milano Finanza)
Unicredit si propone di acquistare il gruppo Banca Popolare di Milano (BPM) attraverso un’offerta pubblica di scambio. Un’azione che BPM ha definito “ostile” perché non concordata. In questo modo nascerebbe il primo gruppo bancario italiano: un'operazione che scombussolerebbe l'intero sistema bancario nazionale. (La Stampa)
Nessun intervento su Banco Bpm, l’operazione UniCredit-Commerzbank vista dal «significato strategico, può essere una leva che attiva la cooperazione in termini di fusioni e acquisizioni», ma anche Eurobond come strumento per costruire l’integrazione europea. (La Stampa)
Ascolta la versione audio dell'articolo Non ci sta, Giuseppe Castagna. Mentre studia le possibili contromosse, il ceo di BancoBpm rimanda indietro con forza la proposta di scambio di UniCredit. Lo fa firmando una lettera rivolta ai dipendenti in cui ribadisce i messaggi contenuti nella nota approvata il giorno prima dal Cda della banca, che all’unanimità – e in via preliminare – ha rigettato la proposta di UniCredit, i cui termini sono definiti «inusuali». (Il Sole 24 ORE)
"Noi siamo bianchi perché siamo perbene, ma sicuramente non siamo cavalieri in queste operazioni per un motivo molto semplice: abbiamo una quota di mercato talmente elevata che non possiamo fare nessuna operazione in Italia", ha detto Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, sugli ultimi sviluppi del risiko bancario. (la Repubblica)