Urso contro il divieto Ue sui motori a combustione dal 2035. Migliaia di posti di lavoro a rischio

Quanto anticipato dal ministro Urso al forum Ambrosetti di Cernobbio, viene ribadito con forza in una intervista rilasciata al quotidiano Financial Times. Urso chiede con urgenza la revisione del green deal europeo, lanciando l'allarme di una "grave crisi" per tutto il settore automotive se si dovesse confermare il divieto dell’Ue alla vendita di nuove auto con motore a combustione a partire dal 2035. (La Gazzetta dello Sport)

Ne parlano anche altri media

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Chiederemo alla Commissione europea, assieme al vice cancelliere tedesco Robert Habeck, di anticipare la data d’esercizio della clausola di revisione del regolamento sulle emissioni dei veicoli leggeri già prevista per il 2026”. (CremonaOggi)

É alla ribalta della cronaca di questi giorni la proposta del governo italiano di anticipare la revisione del regolamento che impone lo stop alla produzione di auto a diesel e benzina dal 2035. “Il governo italiano – dice Lara Magoni, eurodeputato di Fratelli d’Italia- ha proposto l’anticipo del riesame della misura al 2025. (Valseriana News)

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato oggi in video conferenza da Bruxelles il vicecancelliere e ministro dell'economia e della protezione climatica, Robert Habeck, per un confronto sulla crisi del settore dell’automotive in Europa, alla vigilia del consiglio Competitività che si terrà domani a Bruxelles. (Fiscal Focus)

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy: "Allineare la politica industriale, quella ambientale e la politica della sicurezza" (LAPRESSE)

IL PUNTO – L’Inter non è stata in grado di presentare una costanza di rendimento e di gioco nel suo inizio di stagione. La macchina quasi priva di pecche, cui abbiamo assistito nella scorsa stagione, è al momento soltanto un ricordo. (Inter-News)

«Se non prendiamo atto della realtà, dopo la marcia dei trattori» l’Europa si troverà a fare i conti «con decine, centinaia di migliaia di operai della filiera dell’automotive che imporranno il cambiamento». (ilmessaggero.it)