A Palazzo Roverella «l’occhio del secolo» sul Bel Paese

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Con la sua Leica venne a esplorare l’Italia ben prima di diventare un mito della fotografia, e poi tornò più volte, perché Henri Cartier-Bresson (Chanteloup-en-Brie, 1908-Montjustin, 2004), definito l’«occhio del secolo» per la sua instancabile e lucida capacità di documentare, questo Paese lo capì da subito, e continuò a guardarlo con l’incanto e la profondità che ci ha restituito nei suoi scatti. (Il giornale dell'Arte)

Se ne è parlato anche su altre testate

Le 160 immagini in bianco e nero di Henri Cartier-Bresson, scelte dai due curatori - Clément Cheroux, direttore della Fondazione intitolata al maestro, e da Walter Guadagnini, direttore artistico di Camera - documentano i viaggi a più riprese compiuti nel Belpaese dall’osannato fotografo in un arco di circa quarant’anni. (La Voce di Rovigo)

Non so se è nell’immagine di una bambina che, all’inizio degli anni ’50, attraversa una strada nel cuore di Roma con una grande bottiglia in braccio o nel profilo di una donna che si intravede, lontano sul ponte, o nella voracità di uomo e un ragazzo che mangiano spaghetti in mezzo alla via, forse è nella geometria di scale e donne o nei vuoti riempiti dai bambini, no, non so dov’è che si annida l’arte di Henri Cartier-Bresson. (Io Donna)

Continua, quindi, la scelta di dedicare la rassegna autunnale del Roverella ad approfondire aspetti ed evoluzione di una delle più recenti arti dell’immagine, attraverso i suoi esponenti più rappresentativi, con l’ulteriore pregio di regalare sempre nuove prospettive. (La Voce di Rovigo)

La mostra, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e l'Accademia dei Concordi, Concordi, con il sostegno di Intesa Sanpaolo, è realizzata in collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi e la Fondazione Camera - Centro Italiano per la Fotografia di Torino, con la curatela di Clément Chéroux, e Walter Guadagnini, direttori delle rispettive Fondazioni. (il Resto del Carlino)

Figura centrale nella costruzione dell’immagine del Sud – e in particolare di queste regioni – fu lo scrittore e pittore Carlo Levi, riferimento per i tanti fotografi, italiani e stranieri, che si muovevano tra Matera e i paesi del territorio, tra cui Scanno nei pressi de L’Aquila, divenuta celebre proprio grazie agli scatti di Cartier-Bresson e più tardi di Giacomelli. (FOTO Cult)

«Questa mostra arriva dopo i successi elevati di altre iniziative di palazzo Roverella, come gli eventi che hanno visto protagonisti Capa, Modotti, giungendo quindi al top della fotografia a livello mondiale – esordisce Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cariparo -. (ilgazzettino.it)