I soldati italiani restano nel Libano. Tajani: “Israele garantisca la sicurezza”

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La Stampa INTERNO

ROMA. Per il momento i soldati italiani restano al confine del Libano. Lo ha detto Giorgia Meloni nei giorni scorsi a New York e lo ripetono, anche se a volte con diversi accenti, i ministri della Difesa e quello degli Esteri. In pericolo non sono da oggi, ma oltre ai rischi del mestiere, per i soldati del contingente Unifil ora si aggiunge l'elemento peggiore: l'incertezza. La morte di Hassan … (La Stampa)

Su altri giornali

La sua famiglia proveniva dal villaggio di Bazouriyé, nel sud del Libano. Da adolescente ha studiato teologia nella città santa sciita di Najaf, in Iraq, ma ha dovuto lasciare durante le repressioni contro gli sciiti guidate dall'allora presidente iracheno Saddam Hussein. (Today.it)

L'invito del ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Preoccupazione per i nostri 1200 militari che sono tra Israele e Hezbollah" “Invitiamo tutti i cittadini italiani a lasciare quanto prima il Libano, anche con i voli di linea che sono operativi da Beirut verso Milano e Roma”, lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. (Tuscia Web)

È questa la posizione del segretario di Stato americano, Antony Blinken. Che venerdì sera - dopo l'attacco israeliano a Beirut che ha colpito mortalmente il leader di Hezbollah, Haasn Nasrallah - ha usato parole di prudenza. (il Giornale)

Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto. La Difesa, in particolare il Covi, ha tuttavia attivato, di concerto con il ministero degli Esteri, tutte le predisposizioni necessarie per una eventuale evacuazione dei civili italiani presenti nel Paese, qualora la situazione dovesse ulteriormente deteriorarsi". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

È un percorso difficile, ma è un risultato che possiamo ottenere se tutti quanti si impegneranno al massimo e la parti in gioco sapranno essere responsabili. Possiamo, vogliamo e dobbiamo riuscirci. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Queste le parole, in un’intervista a QN, del ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. Possiamo, vogliamo e dobbiamo riuscirci». (Open)