Il dato shock di Stellantis (fare un'auto in Italia gli costa il triplo che in Spagna) riguarda tutti noi
Uno passa due ore a sentire l'audizione del Presidente di Stellantis John Elkann, prende appunti, e si annoia anche un po' perché il capo degli Agnelli sembra uno scolaretto buono al cospetto del Parlamento, e poi si alza un altro manager e in sessanta secondi fa scoppiare il finimondo. È da mercoledì 19 marzo che il mio account di X e di Linkedin è preso d'assalto con decine di migliaia di visualizzazioni e decine di commenti. (Milano Finanza)
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Quali reazioni ci sono state in rete dopo l’audizione in Parlamento di John Elkann avvenuta ieri? Il dato principale, risultante da una analisi in tempo reale di Reputation Manager, è che degli oltre 700 articoli che nelle ultime 24 ore hanno dedicato spazio alla vicenda, la stragrande maggioranza (80%) si limita a riportare le dichiarazioni del Presidente di Stellantis, scegliendo spesso come titolo la sua rassicurazione sul “ruolo centrale dell’Italia” nei piani del Gruppo. (Primaonline)
Calcolando gli effetti sulla filiera e le ricadute sui consumi delle famiglie, il valore complessivo della produzione in Italia negli ultimi venti anni sale a 1700 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 417 miliardi: per ogni euro di valore creato da Stellantis, se ne generano 9 nel resto dell’economia». (Industria Italiana)
“Non servono nuove narrazioni, ma un manager serio che abbia a cuore lo sviluppo del nostro territorio pensando meno ai profitti e più al benessere collettivo”. “Ci sentiamo presi in giro dai padroni che pensano solo ai profitti” dicono i lavoratori che in questi mesi hanno lavorato soltanto pochi giorni. (Il Fatto Quotidiano)
(Adnkronos) – (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
“Il gruppo produce quasi esclusivamente modelli di media e alta gamma, costosi e che non vendono. Il problema italiano sta tutto qui” (Il Fatto Quotidiano)
Il rientro è previsto il giorno 8 aprile, ma si andrà in fabbrica solo fino a giovedì 17. Nella giornata di ieri, la dirigenza del sito ciociaro ha infatti annunciato un nuovo fermo produttivo: il primo quadrimestre del 2025 si chiuderà con meno di 40 giorni lavorativi. (ilmessaggero.it)