Trump: «L’America è tornata». E il nuovo ordine mette paura
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Il discorso fiume al Congresso ha misurato la distanza fra l’America della narrazione trumpiana e il mondo reale. Il day after ha visto la realtà ameno in parte riaffermarsi sull’allucinazione Maga delineata da Trump. Il panegirico del presidentissimo ha delineato un mondo di antagonismi interni e globali improntati alla conflittualità, in cui l’America, imperitura nazione eletta, è destinata ad essere vincitrice, ora che ha infine trovato un condottiero capace di impugnare senza falsi timori la forza dei giusti. (il manifesto)
Ne parlano anche altre testate
«L’America è tornata». Così il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha aperto il suo primo discorso davanti a una sessione congiunta del Congresso statunitense dall’inizio del suo secondo mandato. (Milano Finanza)
Minaccia, decide, sospende, ripristina i super dazi verso tutti: Europa, Canada, Messico e Cina. Non fa distinzione tra paesi alleati e paesi avversari. Anzi. Usa toni durissimi e offensivi proprio verso le nazioni amiche democratiche. (Avanti Online)
«America is back», ha detto Donald Trump, parlando alla Camera e al Senato in sessione congiunta dopo 43 giorni dall’inizio del suo secondo mandato: l’America è tornata, la stessa frase usata da Joe Biden per rassicurare gli alleati quando sconfisse l’attuale presidente nel 2020. (Corriere della Sera)
Negli Stati Uniti, ogni giornale, ogni rete televisiva ha aperto ogni giorno con lui.Dal suo discorso al Congresso ai rapporti con l’Ucraina, dalle tensioni commerciali alle sconfitte in tribunale, le sue dichiarazioni e azioni hanno scatenato reazioni forti e analisi critiche. (CremonaOggi)
Un fiume di parole, più comizio elettorale che comunicazione istituzionale. Si può descrivere così il discorso di oltre cento minuti tenuto da Donald Trump nell’aula della Camera dei Rappresentanti, poco lontano dalla rotonda dove un mese e mezzo fa aveva prestato giuramento per il secondo mandato presidenziale. (Il Sole 24 ORE)
Il tasso di gradimento di Trump si è mosso a malapena dal mese scorso, ma il tasso di approvazione sul suo lavoro complessivo ha subito un crollo di 8 punti da febbraio, in gran parte a causa del calo dell'approvazione repubblicana dall'86% del mese scorso al 78% di questo mese. (ilmessaggero.it)